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La società e suoi mostri – Editoriale

EDITORIALE – Assistendo a fenomeni sempre più frequenti di violenza siamo indetti, anche involontariamente, ad esprimere giudizi. Fatti di cronaca che dovrebbero portarci a porci delle domande o fare una riflessione molto più ampia, tirano fuori da noi ben altro. Riecheggia dalle nostre voci e nelle nostre menti un’unica parola per definire un dramma “Mostro”.                                   Ma chi è il mostro?     Cosa fa diventare una persona il mostro?

Chi ha l’occasione di lavorare con personalità così complesse impara a gestire situazioni di una difficoltà estrema.

Alla base di tutto c’è un forte disagio sociale e anche familiare, che coperti sotto una coltre di ignoranza ed indifferenza sono il preludio di una tragedia. Nel mostro c’è l’incapacità di viversi la propria vita, e la vita come si sa è fatta anche di fallimenti. Lo scopo principale di ognuno di noi è arrivare all’autorealizzazione e cioè all’apice della piramide dei bisogni dell’essere umano. Persone fragili dal punto di vista psicologico, soffrono il fatto di non sentirsi in grado di raggiungere tale obiettivo. Non accettano che qualcun altro possa arrivare e loro no, sentendosi inadeguati ed abbandonati. Questo fa scattare in loro quel qualcosa di aberrante, incomprensibile ed ingiustificabile.

Ingiustificabile? Si perché tutto questo non deve essere considerata neanche un’attenuante per chi compie questi gesti orribili. È giusto, però, comprendere come dei tratti psicopatologici non trattati nei tempi giusti e con le giuste modalità sono il cancro di una società basata solo ed esclusivamente sull’apparire.                                                                                                                                   Quante volte sentiamo: “Sembrava un bravo ragazzo”, oppure, “Era una famiglia esemplare”….                              È lì il cancro impregnato nelle belle parole e sfrutta l’incapacità che le persone hanno di fare emergere ed affrontare delle problematiche serie, per poi lavarsene le mani e giustificando il tutto dietro la figura del mostro.

La società per come è articolata oggi è creatrice di mostri, ma con la colpevole incapacità di fare in modo che il mostro sia un po’ meno mostro.

 

STEFANO DANZI

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