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“La politica è la sintesi perfetta della natura intrinseca dei fenomeni umani”. Intervista a Ale Rioppi sul romanzo d’esordio Politikon Zoon

Federico e Gabriele percorrono insieme un lungo tratto di vita, legati da un comodo sentimento di amicizia. Le scelte compiute per affrontare le difficoltà che incontrano sembrano ai loro occhi le uniche opzioni percorribili, in considerazione della mancanza di alternative valide. Eppure un pavido situazionismo ancestrale, dominante mezzo competitivo innescato dall’istinto, orienta subdolamente ogni loro comportamento. Ciascuna decisione presa genera silenziose conseguenze che, giorno dopo giorno, si accumulano, modellando la forgia dei caratteri e la traiettoria delle rispettive esistenze. Improvvisamente l’amicizia si rivela un impiccio, quando incompatibile con il tornaconto.
Le loro azioni si intersecano con quelle di una miriade di italiani; bestie benigne tendenti a riunirsi, consapevoli che l’aggregazione è il mezzo più efficace per soddisfare i bisogni individuali. Gli equilibri della vita in gruppo sono però dettati dalla capacità e regolarità con cui i singoli egoismi vengono appagati. Quando una brutale crisi finanziaria pone termine a una decennale fase di anestetizzante diffusione del benessere, la gerarchia dei bisogni emerge limpida, svelando la vera natura degli esseri umani: animali famelici, votati alla socialità solo se sazi. Il tentativo, progressivamente meno agevole, di sfamare la funzione di utilità di massa, attiva impulsi sopiti dall’evoluzione, ma mai sradicati. Impoveriti, avvertono ansia, rabbia, paura. Le azioni che ne derivano spostano impercettibilmente il baricentro comune verso un cattivo equilibrio; risultato logico della fisica sociale a somma zero. La soddisfazione di una necessità equivale matematicamente alla delusione di un’altra.
Sullo sfondo la Politica, sintesi rappresentativa dei bisogni spiccioli e immediati, distributore seriale e al contempo parassita bulimico di risorse, incapace di adattarsi alla penuria, si indebolisce, si contagia, si ammala, si avvelena, e, infine, si lascia morire, nella sua forma democratica.

Intervista all’autore

Politikon Zoon è il tuo libro d’esordio. Come nasce l’idea?

“Le motivazioni che mi hanno spinto ad investire sei anni nella scrittura sono per me tuttora sconosciute. Ho improvvisamente avvertito il desiderio di iniziare e, una volta concluso il primo paragrafo, non sono riuscito a fermarmi. Il risultato finale non è frutto di un’idea strutturata. È la sintesi della fantasia che si mischiava con la critica dello scenario politico e economico.”

Quali tematiche e atmosfera può aspettarsi un lettore?

“Il romanzo ripercorre la recente storia italiana (a partire dalla crisi finanziaria successiva al fallimento di Lehman Brothers) attraverso la vita di due amici e vari personaggi secondari. È una storia di egoismo e adattamento, di scelte comode e conseguenze tragiche, di povertà improvvisa, di diseguaglianza e di rabbia collettiva. Allo stesso tempo è la descrizione lenta di un disastro sociale che diventa sciagura Politica.

I capitoli intesi come i fotogrammi delle varie fasi che compongono il suicido involontario della Democrazia. Il libro, attraverso la ricostruzione rigorosa della logica dietro i più significativi avvenimenti politici e economici degli ultimi quindici anni, è un inevitabile e lento crescendo di tragicità, la cui tonalità diventa in maniera costante e impercettibile sempre più cupa e densa. I toni sono inizialmente leggeri, in alcuni tratti – spero – anche divertenti; ma occasionalmente si macchiano di tracce del colore che imbratterà l’epilogo.”

Che rapporto c’è fra Federico e Gabriele?

“Federico è un giovane fortunato di ambiziose speranze, fermamente intenzionato a trovare la propria strada nel competitivo mondo dell’alta finanza internazionale, mentre Gabriele è una contraddizione di anticonformismo tardoadolescenziale e solida etica del lavoro. Sono legati da un’amicizia forte, gioiosa, in un primo momento salvifica. Con il tempo la differente tempra dei due emerge. Federico, traendo insegnamento dalle iniziali difficoltà lavorative, impara ad avvantaggiarsi dalle crisi economiche e finanziarie, ottenendo costanti gratificazioni professionali. Gabriele, invece, incapace di comprendere e affrontare problemi che non hanno collegamento diretto con la quantità e qualità del suo lavoro, si avvita in decisioni progressivamente meno razionali, volte più a soddisfare gli istinti di uno spirito immaturo votato alla ribellione che a trovare soluzioni concrete.

Quando il lavoro di Federico lo costringerà a scegliere tra il proprio utile e quello dell’amico, la decisione pavida, apparentemente inevitabile, avvierà un lento e consapevole processo: improvvisamente l’amicizia si rivela un impiccio, in quanto incompatibile con il tornaconto, e viene lasciata evaporare sotto la luce calda degli interessi inconciliabili.”

Quale messaggio hai voluto trasmettere con il tuo libro?

“Quando ho iniziato a scrivere non avevo alcun messaggio da veicolare. Ancora oggi non so se il romanzo contenga qualche messaggio. Certamente riflette la mia visione del mondo, del dispiegarsi degli eventi e, soprattutto, delle motivazioni che guidano le decisioni dei suoi abitanti.”

Quale immagine dell’essere umano emerge?

“Credo che ogni riga sia, indipendentemente dalla trama, la narrazione della natura umana, adattiva, vile e opportunistica. Gli uomini intesi come bestie benigne tendenti a riunirsi, consapevoli che l’aggregazione è il mezzo più efficace per soddisfare i bisogni individuali. Gli equilibri della vita in gruppo sono però dettati dalla capacità e regolarità con cui i singoli egoismi vengono appagati.

Quando un evento imprevisto, una brutale crisi finanziaria, pone termine a una lunghissima fase di anestetizzante diffusione del benessere, la gerarchia dei bisogni emerge limpida, svelando la vera natura degli esseri umani: animali famelici, votati alla socialità solo se sazi. Il tentativo, progressivamente meno agevole, di sfamare la funzione di utilità di massa, attiva impulsi sopiti dall’evoluzione, ma mai sradicati. Impoveriti, avvertono ansia, rabbia, paura. Le azioni che ne derivano spostano impercettibilmente il baricentro comune verso un cattivo equilibrio; risultato logico della fisica sociale a somma zero. La soddisfazione di una necessità equivale matematicamente alla delusione di un’altra. La morte altrui il prezzo della propria sopravvivenza.”

E quale idea della politica?

“La politica è la sintesi perfetta della natura intrinseca dei fenomeni umani; si declina in forza bruta, solitamente. Anzi tende alla forza bruta e al suo utilizzo per gestire le risorse; per permettere ai pochi maggiormente dotati di appropriarsi delle leve decisionali. La democrazia è una conquista solo perché garantisce la sopravvivenza e la soddisfazione di molti. È il mezzo per il raggiungimento di massa dei bisogni spiccioli e immediati, è distributrice seriale e al contempo parassita bulimico. Ma è fragile, instabile. Sottoposta a shock sufficientemente robusti, è incapace di adattarsi;” quindi si indebolisce, si contagia, si ammala, si avvelena, e, infine, si lascia morire.

Che tipo di scrittore sei e quali argomenti ti stanno più a cuore?

“Politkon Zoon è il mio primo romanzo e contiene gli argomenti per me di maggiore interesse, ossia economia, politica, finanza e evoluzione sociale. Soprattutto le loro interrelazioni e interdipendenze. Ma voglio essere chiaro: certamente nutro forte e profondo il desiderio, forse più appropriato sarebbe descriverlo come una velleità, che qualcuno, leggendo il mio nome, possa rivolgermi il pensiero usando la parola scrittore, ma non riesco ad immaginarmi come scrittore; non ho anzi il coraggio per attribuirmi un ruolo prestigioso che non credo di meritarmi. Per questo motivo, e anche per una quasi invalidante timidezza, sono stato costantemente spinto a riporre il libro in un cassetto e lasciarlo lì, semplice ricordo di un periodo bellissimo. Eppure il desiderio di sapere se quello che ho scritto ha un qualche valore mi ha convinto, dopo circa un anno dalla conclusione della stesura, a pubblicare il mio libro.”

Stai lavorando a altri romanzi?

“No, mi sto dedicando esclusivamente alla promozione del romanzo. Percorrere, per la prima volta, il lungo e faticoso sentiero che porta a concludere un libro è una soddisfazione velata di tristezza. Mettendo la parola fine si allontana definitivamente un ingombrante compagno di vita; una presenza silenziosa che ha occupato una parte non trascurabile del mio tempo e della mia attenzione negli ultimi sei anni. Mi mancheranno le pagine da riempire. Anche quelle più antipatiche e tignose che proprio non ne volevano sapere di lasciare spazio alle parole. Se Politikon Zoon dovesse ottenere un seppur minimo riscontro di pubblico, sono sicuro che la passione per la scrittura si farà sentire di nuovo. Ma non so quando.”

 

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