Buongiorno Mario, come ti sei avvicinato alla poesia e quando hai iniziato a scrivere?
Ho cominciato a scrivere nel 1982. L’anno in cui abbandonai la mia mamma, per un futuro migliore.
Ciò che dà emozioni, quali che siano, non può essere relegato ad una semplice considerazione del momento. È indispensabile che le emozioni godano di vita longeva.
Quale è il tema ricorrente dei tuoi componimenti?
Non riesco a sintetizzare un vero tema ricorrente. Le esperienze che la vita ci offre sono di natura poliedrica. Una visione unilaterale sarebbe poco stimolante.
Come affronti il processo creativo nella composizione di una poesia?
Ciò che trovo irrinunciabile, è il lessico ed il costrutto, oltre al contenuto. Sposando, contemporaneamente, l’emotività ad una descrizione attenta.
Alcune riflessioni sul tuo linguaggio e stile
Amo tre correnti letterarie. Il romanticismo (primi del ‘800), il neoclassicismo (tra ‘700 ed ‘800) e l’ermetismo (primi del ‘900).
Quale atmosfera può trovare il lettore nei tuoi versi?
La natura poliedrica degli argomenti trattati nei miei componimenti, in alcuni casi non mi consente di sintetizzare una atmosfera ben definita ed univoca.
Come poeta hai scritto moltissimo, come è evoluta la tua scrittura nel corso del tempo?
I miei studi ad indirizzo umanistico, sono stati determinati, non appena cosciente, per il mio modus operandi.
Quale è la tua fonte principale di ispirazione e quali poeti ami di più?
In verità, non posso affermare con certezza quale poeta abbia ispirato il mio cammino poetico. Dello stesso autore, apprezzo alcuni componimenti per contenuto, metrica e lessico. Non v’è lo stesso riscontro per altri suoi componimenti.
Progetti futuri?
Regalare ai lettori la gioia di un’emozione forte ed intensa. A me il piacere dell’apprezzamento di chi ama la poesia.