La Villa medicea di Castello è una delle più antiche residenze suburbane della famiglia Medici, che la possedettero fin dal 1477. Prediletta da Cosimo I, fu oggetto di particolari cure e il suo giardino, progettato nel 1538, un anno dopo l’ascesa al potere del giovane duca, venne studiato per celebrare il potere del principe attraverso la simbologia delle sue statue, delle fontane, e delle grotte.
Dichiarata dall’UNESCO Patrimonio mondiale dell’Umanità nel 2013, la Villa è sede dell’Accademia della Crusca ed è statale lo splendido giardino monumentale.
Il Giardino della Villa medicea di Castello può a pieno titolo definirsi prototipo del giardino all’italiana cinquecentesco. Venne realizzato come parte significativa di un complessivo programma di rinnovamento e abbellimento della Villa di Castello, ereditata dalla madre Maria Salviati, nipote di Lorenzo il Magnifico.
Il progetto generale venne affidato a Niccolò Pericoli detto il Tribolo, responsabile anche della realizzazione dell’imponente impianto idraulico, che conducendo l’acqua dalla sovrastante sorgente della Castellina avrebbe alimentato le numerose fontane.
Quanto all’ideatore del complesso programma iconografico del giardino, che doveva esaltare il ruolo pacificatore ed il dominio illuminato sulla Toscana del nuovo governo mediceo, gli studiosi propendono ora per Benedetto Varchi ora per Luca Martini o Niccolò Martelli. Punti salienti del ricco e articolato progetto decorativo elaborato dal Tribolo, insieme a Pierino da Vinci e altri artisti sono – lungo l’asse centrale del giardino all’italiana retrostante la villa – la Fontana di Ercole e Anteo, (opera, ora in copia, realizzata dal Tribolo e Pierino da Vinci e coronata dal gruppo bronzeo di Bartolomeo Ammannati, che si può ammirare in originale in una sala della vicina Villa della Petraia, dove è conservata anche la Venere/Fiorenza del Giambologna, che un tempo era posta a completamento della cosiddetta Fontana del Labirinto proveniente sempre da Castello, ma trasferita a Petraia al tempo dei Lorena e la straordinaria Grotta degli Animali o del Diluvio. Fra le più celebri in Europa, la grotta, ideata dal Tribolo stesso e animata in origine da spettacolari giochi d’acqua, nella perfetta simulazione di una grotta naturale in cui sono assemblati gruppi scultorei di animali in marmi policromi, gioca un ruolo simbolico centrale nella complessa allegoria realizzata in questo giardino per Cosimo e i suoi successori.
Nel “selvatico” di lecci, querce e cipressi che si sviluppa nella zona superiore – trasformato in parco all’inglese nella prima metà dell’Ottocento – si distingue la grande vasca-cisterna realizzata da Vasari e decorata dall’Appennino o Gennaio, scultura bronzea dell’Ammannati.
Il giardino vanta una eccezionale collezione di agrumi, costituita da circa mille piante di importanza storico-botanica unica al mondo discendenti dalle antiche varietà medicee con esemplari di oltre trecento anni di vita. Le piante sono rigorosamente curate secondo le antiche tecniche di coltivazione, esposte all’aperto da aprile a ottobre e ricoverate nel periodo invernale nelle storiche limonaie. Anche il giardino delle erbe officinali è un vero gioiello con la Stufa dei mugherini, che custodisce il raro gelsomino indiano di Goa detto “mugherino”, che dà il nome alla serra del cosiddetto “ortaccio” o Giardino segreto.
Altre informazioni, pubblicazioni e fotogallery del Giardino della Villa di Castello sono nel sito dedicato alle Ville e Giardini medicei in Toscana e La vita nelle ville e nei giardini medicei.
Alcune aperture del Giardino della villa di Castello e la cura di alcuni spazi verdi si effettuano in collaborazione con i volontari dell’Associazione “Angeli del Bello” che affiancano il personale del museo.
Accessibilità disabili: Il percorso nel Giardino, pur praticabile, presenta delle difficoltà.
Si consiglia di verificare il giorno stesso gli orari di apertura, telefonando al numero +39 055 452691.