Decreto Energia, cosa succede adesso?
Il punto della situazione con Cna, Energean, Rete Nazionale delle Agenzie Energetiche Locali e l'onorevole Milani
“L’Italia è un Paese difficile in termini di investimento ma ha e ci sono grandi opportunità. Il Dl Energia va nella direzione giusta, ed è quella di guardare la tematica energetica a 360 gradi e non in un unico senso. Il Dl dà l’opportunità agli operatori di investire in nuove aree, e per il gas quello prodotto viene destinato agli ‘energivori’ a un prezzo differente da quello di mercato. Il governo prevede che chi vende e chi acquista ha la possibilità di conoscere il prezzo per 5 anni, questa è cosa non da poco. Il Decreto è nella direzione giusta, stiamo nella fase iniziale e attendiamo la bozza di contratto da parte del Gse (Gestore dei servizi energetici, ndr) e la manifestazione di interesse, che saranno punti cruciali per capire quali garanzie ha chi investe dei soldi, anche privati, per avere la certezza di portare a compimento l’investimento”. Lo ha dichiarato Gaetano Annunziata, direttore generale Energean, nel corso del confronto su ‘Cosa succede con il nuovo Decreto energia’.
“I nostri associati sono imprese che consumano energia. Il Decreto Energia ha voluto guardare a soluzioni strutturali in termini di produzione nazionale con le rinnovabili, ma i beneficiari diretti della misura sono le imprese di grandi dimensioni, gli energivori, che sono quelli con l’accesso alle condizioni di mercato, presumibilmente vantaggiose, dell’energia che verrà prodotta. Non abbiamo visto il Decreto orientato direttamente alle nostre imprese. Parallelamente, sul fronte dell’energia, il governo si è mosso approvando il recente Decreto sul PNRR che ha guardato alle esigenze delle piccole imprese, anche con la dotazione di risorse importanti, oltre 6 miliardi, che andranno a incentivare la riconversione in chiave innovativa e di efficienza energetica dei processi produttivi delle aziende, anche in abbinamento a impianti di autoproduzione da fonti rinnovabili”. Lo ha dichiarato Barbara Gatto, responsabile energia della Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa (CNA), nel corso del confronto su ‘Cosa succede con il nuovo Decreto energia’.
“Il Decreto Energia ha toccato aspetti più specifici delle aziende energivore e gasivore, per assicurare un approvvigionamento a prezzi calmierati e controllati per un dato periodo di tempo, lasciando però la libertà di mercato, perché non vogliamo tornare a un governo che fa le tariffe. Siamo per il mercato libero, ma anche lo stesso, a volte, va aiutato e supportato con regole adeguate. Tutto ciò ha permesso di aumentare l’estrazione di gas sul nostro territorio, legandola alla vendita con prezzi calmierati nei confronti delle imprese che consumano di più. Per le imprese energivore, nel Decreto ci sono importanti misure che riguardano non solo il sostegno economico ma anche la facilitazione della permessistica. Il Dl ha anche dato impulso all’individuazione di due aree per la produzione di energia eolica offshore, in mare oltre le sei miglia dalla costa”. Lo ha dichiarato l’onorevole Massimo Milani, deputato di Fratelli d’Italia, nel corso del confronto su ‘Cosa succede con il nuovo Decreto energia’.
“La sindrome di Nimby (‘non nel mio cortile’, ndr) è uno dei problemi che abbiamo in Italia e abbiamo anche una cultura del ‘No’. È dovuta intervenire una crisi internazionale sull’approvvigionamento energetico per capire quanto era importante autoprodurre in Italia da tutte le fonti possibili. Nel Decreto Energia c’è una spinta molto forte verso le rinnovabili e non vogliamo deturpare il nostro paesaggio, ma è chiaro che dobbiamo far convivere entrambe le esigenze”. Lo ha dichiarato Massimo Milani, deputato di Fratelli d’Italia.