L’hora duodecima nell’equinozio di primavera
L'hora prima era la prima ora dell'alba, l'hora duodecima era l'ultima ora di luce al tramonto, mentre il punto mediano identificava l'hora sexta o meridies (mezzogiorno).
Editoriale Nel ciclo cosmico della grande opera della Natura gli equinozi si configurano come un insieme ordinato, in contrapposizione al caos dal quale il Cosmo è stato originato; un momento di equilibrio nell’eterna lotta tra luce e tenebre.
La primavera come noto è la stagione più attesa. Simbolo di rinascita da sempre, in tutte le culture del mondo. Oggi il 20 marzo 2024 esattamente alle 04,06 italiane, è scattato l’equinozio di primavera, il giorno dell’anno caratterizzato da 12 ore di luce e 12 di buio, proprio come accade anche all’equinozio d’autunno
L’equinozio di primavera, infatti, contrariamente da quello che abbiamo imparato da bambini e da quanto stabilito inizialmente dal Concilio di Nicea nel 325 d.C. e poi confermato nel 1582 da Papa Gregorio XIII, non cade necessariamente il 21 marzo. E la data odierna ne è la palese conferma.
Con il termine equinozio, ci si dovrebbe riferire non a un giorno, ma ad un preciso istante ossia quello in cui il Sole attraversa, passando dall’emisfero australe a quello boreale in marzo e viceversa in settembre durante l’equinozio di autunno, l’orizzonte celeste e tocca il cosiddetto punto vernale: ovvero l’intersezione tra l’ eclittica e l’equatore celeste.
Ovviamente non è il Sole a muoversi, ma è la Terra a raggiungere il punto della sua orbita in cui poi apparentemente la nostra stella sembra compiere questo passaggio. Questo è il punto in cui l’asse terrestre, che possiede un’inclinazione di 23°27’ (motivo per cui eclittica ed equatore celeste non cadono sullo stesso piano), è quasi parallelo al Sole e quindi i suoi raggi arrivano perpendicolarmente o quasi sulla superficie terrestre. Ciò nonostante e a discapito dello stesso nome equinozio (dal latino “equi-nox“, “notte uguale” al dì), non è vero neanche che in questo giorno, o nel suo corrispettivo autunnale, le ore di luce siano esattamente quante quelle di buio.
L’Equinozio di primavera celebra la fertilità della terra, la rinascita e segna il momento dell’unione in un simbolismo cosmico legato al risveglio della Natura. In questo giorno, in cui ha luogo la perfetta corrispondenza tra ore solari e ore notturne, nelle civiltà contadine era diffusa l’usanza di accendere fuochi rituali sulle colline. Si riteneva infatti che quanto più a lungo la fiamma riuscisse ad ardere, tanto più fruttifera sarebbe stata la terra. Pianta sacra all’Equinozio di Primavera è il trifoglio, associato al triskell, la ruota sacra a tre braccia.
E quest’anno in particolare questo passaggio sia motivo di unione tra i popoli del mondo e soprattutto tra le menti che ne sappiano cogliere l’essenza del significato.