ROMA – L’Anm contro il governo e contro il ministro Nordio per l’introduzione dei test psicoattitudinali per i magistrati: la norma, approvata qualche settimana fa, prevede che gli aspiranti magistrati vengano sottoposti a test psicoattitudinali in occasione delle prove di esame per entrare in magisrtatura. Oggi l’Anm, con un documento approvato dal Comitato direttivo centrale, attacca questa novità motivando la contrarietà con un lungo elenco di criticità. A partre dal fatto che i test vengono previsti per la sola magistratura ordinaria (e non per i magistrati contabili o amministativi) e perchè di fatto le verifiche periodiche sull’equilibrio psicofisico dei magistrati esistono già.
Dopo l’approvazione della norma, il ministro Nordio aveva commentato sminuendo le polemiche: “Non c’è nessun vulnus, nessuna lesa maestà. Non c’è nessuna interferenza del governo”. E aveva spiegato che i test sarebbero stati condotti “da professionisti di altissimo livello come docenti universitari titolari di materie psicologiche” e sarebbero stati “gestiti dal Csm“. La mattina dopo era arrivata la replica, glaciale, del procuratore di Napoli Nicola Gratteri: “Allora facciamoli per tutte le strutture apicali della pubblica amministrazione di questa nazione. Quindi anche nei confronti dei politici, soprattutto quelli che hanno incarichi di responsabilità di governo, incarichi regionali e comunali”. Oggi l’Anm, con questo documento, prende nuvaomente posizione contro i test e annuncia la possibilità di “nuove iniziative di protesta“.
“UNA MISURA CHE SCREDITA I MAGISTRATI ITALIANI”
“Con i test psicoattitudinali per l’accesso in magistratura il Governo introduce: una misura che scredita la magistratura italiana, perché mira a diffondere dinanzi all’opinione pubblica l’idea falsa che sia urgente prevedere per i magistrati ordinari (e non per le altre magistrature: amministrativa, contabile, tributaria, militare) verifiche appropriate dell’equilibrio psichico; una misura demagogica, perché volutamente occulta la circostanza essenziale che il sistema ordinamentale attualmente vigente già prevede un controllo approfondito ‘sul campo’ con verifiche incrociate, efficaci e periodiche, dell’equilibrio del magistrato, elemento che costituisce ‘precondizione’ per l’esercizio della funzione giurisdizionale; una misura incostituzionale, perché adottata in eccesso di delega: la legge Cartabia approvata nel 2022 non formula neanche un accenno ai test psicoattitudinali, ed anzi prevede misure di riduzione dei tempi per l’accesso in magistratura con l’eliminazione del concorso di secondo grado e la riduzione delle materie delle prove orali; ciò nonostante, in eccesso rispetto ai limiti della delega, il test psicoattitudinale viene strutturato nel decreto delegato del Governo quale prova orale ‘aggiuntiva’”. Così l’Anm nel documento approvato dal Comitato direttivo centrale.
Il Comitato direttivo centrale, prosegue il documento, “sulla scorta delle considerazioni qui ribadite, richiamate dal deliberato del 3 marzo 2024, fa proprio il comunicato della Giunta esecutiva centrale del 23 marzo 2024 e rinnova in questa sede ferma e assoluta contrarietà all’introduzione della misura dei test psico attitudinali perché inutile e frutto di una valutazione approssimativa, in quanto prescinde da accreditate opinioni scientifiche anche di esperti della Associazione Psicoanalitica Italiana, sorvolando oltretutto sugli evidenziati profili di incostituzionalità”.
Il Comitato direttivo centrale demanda alla Giunta esecutiva centrale “l’organizzazione di un prossimo incontro/dibattito, aperto alla cittadinanza e a esponenti qualificati del mondo della scienza medica e giuridica per discutere sulla misura introdotta dal Governo in sede decreto delegato e sugli aspetti legati ai profili di incostituzionalità richiamati; si riserva ogni valutazione su ulteriori iniziative di protesta, nessuna esclusa”. (www.dire.it)