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Domicilio digitale, assegnazioni coattive in assenza di pec

Roma 10 apr 2024Sono ancora molte le imprese che non hanno comunicato un indirizzo PEC (Posta Elettronica Certificata) al Registro Imprese oppure risultano intestatarie di un indirizzo non più attivo. Come noto l’indirizzo PEC costituisce il domicilio digitale dell’impresa ed è prerequisito essenziale per l’iscrizione al Registro delle imprese per cui la sua mancanza, o la disattivazione di quello a suo tempo comunicato, comportano l’assegnazione d’ufficio di un indirizzo PEC e il pagamento di una sanzione amministrativa.

La Camera di Commercio di Cosenza ha già dovuto assegnare d’ufficio 3.000 indirizzi PEC (Posta Elettronica Certificata) ad altrettante imprese che ne erano prive e che quindi non erano in regola con l’obbligo di comunicare al Registro imprese il proprio domicilio digitale.

L’indirizzo PEC assegnato d’ufficio è visibile nel cassetto digitale dell’imprenditore al quale è stato attribuito ed è automaticamente iscritto nelle rispettive visure e registrato in INI-PEC, l’Indice Nazionale degli Indirizzi di Posta Elettronica Certificata istituito dal Ministero dello Sviluppo Economico.

Si tratta, però, di un indirizzo valido solo per ricevere comunicazioni e notifiche – con lo stesso valore che si attribuisce alla consegna di una Raccomandata AR – ma che non può essere utilizzato anche per rispondere al mittente o per l’invio di posta certificata da parte dell’impresa a cui è stato assegnato.

Per questo motivo, è assolutamente necessario che ogni impresa che non ne sia ancora in possesso attivi una propria casella PEC con un qualunque gestore autorizzato e la comunichi al più presto al Registro Imprese. Allo stesso modo è molto importante assicurarsi che il proprio indirizzo PEC continui a rimanere attivo nel corso del tempo. per non incorrere nella sostituzione d’ufficio e nelle relative sanzioni previste dalla legge.

 

Con Decreto n.76 del 16 Luglio 2020 è stata prevista l’attribuzione d’ufficio di un domicilio digitale alle imprese sprovviste di Pec o con Pec scaduta.  Allarme di Partite Iva Nazionali: “Dallo scorso anno le Camere di Commercio hanno assegnato migliaia di pec a imprese inconsapevoli. Di questo aspetto fondamentale se ne parlerà in un convegno organizzato il prossimo 19 Aprile 2024 da Partite Iva Nazionali.

L’art 37 del D.L. n.76/2020  dispone infatti l’assegnazione d’ufficio di un domicilio digitale – oltre alla contestuale irrogazione di una sanzione amministrativa (variabile da 60 a 412 euro) – alle imprese prive di pec o con pec scaduta.

Su tale argomento è intervenuto a gamba tesa , il presidente di PIN, dott. Antonio Sorrento, che in proposito come riportato da Affari Italiani dichiara “E’ allarmante quanto emerso da una nostra ricerca in Camera di Commercio. In ottemperanza alle disposizioni normative sopra indicate ci risulta che le Camere di Commercio hanno iniziato ad assegnare domicili digitali alle imprese che ancora non avevano aperto una pec o con pec scaduta. Il problema è che nessuno ha comunicato a queste imprese l’attribuzione d’ufficio dei domicili digitali ma comunque il Fisco ha iniziato a inviare gli atti a imprese inconsapevoli. Ci ritroviamo dunque con imprese con pignoramenti o  ipoteche ormai scaduti da tempo e questo è molto grave….. Per questo motivo invitiamo tutti i contribuenti a controllare sul sito Inipec se risultano assegnate pec a loro nome) e a comunicarci i loro casi”.

“Si tratta – spiega il dottore commercialista Lamberto Mattei – di una procedura da osservare con estrema attenzione. Il fatto di poter ricevere, inconsapevolmente atti in un domicilio fiscale inizialmente sconosciuto può generare seri problemi, occorre quindi prestare la massima attenzione su un argomento normativo, tralaltro poco conosciuto all’opinione pubblica”.

 

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