Roma – Una prima udienza si era già svolta nei giorni scorsi in piena estate, ed ora tutto si concentra sul verdetto che il giudice della magistratura ordinaria ha emesso su una vicenda controversa, nata male e che potrebbe finire peggio. Ieri però, 14 agosto 2024 il Tribunale di Roma, in composizione monocratica, ha ufficialmente respinto il ricorso cautelare di Taroni, il quale come noto ha avviato in iter di contestazione rispetto alla proclamazione alla guida del Goi dell’attuale Gran Maestro Antonio Seminario.
E anche se nell’area taroniana c’è amarezza rispetto alla decisione in questa prima fase, si annuncia già un ricorso ed il voler proseguire questa battaglia “fraterna” approdata in sedi giudiziarie ordinarie.
Tutto risale all’Aprile scorso, quando si sono svolte le elezioni per il rinnovo delle cariche del Grande Oriente d’Italia, la comunione massonica di Palazzo Giustiniani che riveste un ruolo particolarmente importante nel contesto nazionale ed estero. Dopo dieci anni, l’uscente GM Stefano Bisi lascia la guida del Goi, e la coalizione lancia l’attuale GM Tonino Seminario. Dall’altra parte Leo Taroni forma una sua lista, che per il rotto della cuffia però non sembra ottenere i numeri per governare il Goi. I risultati elettorali presentano uno scarto esiguo ma nel contempo determinante: Taroni, che aveva ottenuto 6.482 voti, quindici in più dell’avversario, scende a 6.343 e Seminario lo supera, attestandosi a 6369. Terzo resta Pasquale La Pesa, a quota 688. Il verdetto finale spetta ad una commissione ad hoc interna del Goi, che ha lavorato per ore ed ore prima di emettere il comunicato finale ed ufficiale. Nelle more, in un primo momento, stando ai numeri anche la stampa nazionale aveva già dato la notizia seppur ufficiosa, riguardante l’elezione di Leo Taroni alla guida del Goi, un cambiamento drastico e radicale. Gli organi interni, in ogni modo accettano tale risultato, ma non Taroni, che sin da subito annuncia il ricorso alla magistratura ordinaria.
I toni sin da subito non sono certo pacati, e anche la relazione del G.M. uscente Bisi pronunciata alla Gran Loggia di Rimini ne è una evidente testimonianza. Il clima è pesante, e dopo appena qualche mese arriva anche il guasto con la possibilità per gli iscritti al Goi di partecipare al Rito Scozzese.
Quella che era stata dunque una vittoria annunciata per Taroni si consolida in una sconfitta. La vicenda giudiziaria approda in una contestazione relativa all’operato interpretativo della commissione interna del Goi, e facendo specifico riferimento ad i tagliandi antifrode presenti nelle schede elettorali. Sono state annullate quindi determinate schede dalle quali detti talloncini erano risultati privi della rimozione, come previsto dal regolamento interno. Un cavillo che però fa la differenza e non di poco conto.
Gli arbitri interni al Goi, confermano la correttezza dell’operato della Cen con una maggioranza di 8 favorevoli e 7 contrari. Il nuovo G.M. si insedia normalmente mantenento i toni nettamente più pacati e sobri rispetto alle fasi precedenti. Dunque ora cosa potrebbe accadere? L’attesa per la pronuncia del giudice civile è molta.
E fin qui tutto sembra ricondurre ad una consueta disputa di natura politica. Che però così non è, o per lo meno non dovrebbe essere. Il Goi infatti non è un partito, ma una istituzione iniziatica le cui radici nel lontano 1805 con la fondazione di una istituzione indipendente e sovrana nella giurisdizione italiana. Intenso è stato l’impegno culturale nella storia dei tempi correnti e passati, nondimeno dovrebbe essere quello futuro.
Dunque una storia bicentenaria precede la disputa che è approdata ora nei Tribunali e sui mass media di mezzo mondo. Se andiamo ad analizzare i principi fondanti del Goi, tra essi spiccano libertà fraternità e solidarietà. E seppure la massoneria sia stata protagonista nella storia repubblicana di fatti che hanno suscitato scalpore, come quello della Loggia P2, restano integri i valori professati in ogni modo nelle varie attività di varia natura, culturale, solidale, di approfondimento.
Volendo cercare di capirci un pò di più sul ruolo del Goi, tutto riconduce dunque ad una istituzione alla quale si accede solo se in possesso di determinati requisiti morali, oltre a quelli giudiziari con “Nulla” nel casellario giudiziale. Ciò che avviene ai vertici sembra viaggiare in modalità separata con le attività delle cosiddette “Logge”, gruppi organizzati a livello associativo in cui si celebra con una ritualità simbolica profonda e che consente di ragionare su livelli interiori, portando ogni “iniziato” ad avere strumenti di crescita, miglioramento interiore. Lo studio è fortemente caratterizzante, ed è individuale e di gruppo.
Può essere normale che essendo l’uomo imperfetto e soggetto ad errare, si verifichino visioni diverse, siano registrate posizioni divergenti, conflitti anche accesi ma che fanno parte di una dialettica del quotidiano.
La figura del Gran Maestro, che dovrebbe essere intesa come un faro illuminante per gli oltre ventitremila iscritti al Goi in Italia, sembra essersi trasformata in una disputa di potere. In ogni caso appare sempre più complesso per la parte di Taroni ottenere un “ribaltone”, la ragione non dovrebbe stare sempre nel mezzo? Ai posteri le ardue sentenze.