ROMA – Otto persone uccise e circa 2.800 altre ferite, delle quali 200 in modo grave: questo il bilancio ufficiale delle esplosioni dei cercapersone che sarebbero stati nelle disponibilità di membri di Hezbollah nel Libano meridionale, nella valle della Bekaa e a Beirut sud.
Ad aggiornare le stime delle conseguenze delle deflagrazioni è stato il ministero della Sanità. Secondo il quotidiano israeliano Jerusalem Post, Hezbollah ha riferito che tra le vittime ci sono almeno due suoi esponenti. A perdere la vita sarebbe stata anche la figlia di un militante dell’organizzazione.
L’ipotesi accreditata da più testate, come la libanese L’Orient le Jour, è che le esplosioni siano state causate da manomissioni degli apparecchi da parte dei servizi segreti di Israele. (www.dire.it)