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Suicidio, prima causa di morte nelle carceri italiane

Degli 810 decessi registrati nel quinquennio 2020-2024, 340 sono di persone che si sono tolte volontariamente la vita (il 42% del totale)

Roma – Con il suicidio di un uomo di 50 anni, da poche settimane nel carcere di Regina Coeli per la prima volta dopo che gli erano stati revocati gli arresti domiciliari, nella nostra regione sarebbe stato raggiunto lo stesso numero di sette suicidi che si era verificato negli anni 2022 e 2023. Uno di questi è da accertare e si è verificato a Frosinone, un suicidio a Rieti, uno a Latina e uno a Rebibbia. Ben tre si sono verificati a Regina Coeli che risulta essere l’istituto penitenziario italiano con il più alto tasso di sucidi calcolato in base agli eventi che si sono registrati tra il 2020 e il 2024.

In tutta Italia, quest’anno, il numero di suicidi accertati fino al 17 settembre del 2024 è pari a 72. A questi si aggiunge il suicidio di un giovane straniero, a febbraio, nel Centro di permanenza per il rimpatrio di Ponte Galeria.

Inoltre, secondo quanto segnalato nel dossier pubblicato dal Garante nazionale il 16 settembre che considera 67 suicidi accertati fino al 14 settembre, vengono registrati altri 17 decessi le cui cause sono ancora da accertare e tra questi ve ne sarebbero tre, morti per asfissia da gas, che, secondo le informazioni disponibili all’osservatorio di ristretti orizzonti, sono stati volontari.

Ricordiamo che il numero massimo di suicidi da vent’anni a questa parte si è verificato nel 2023 ed è stato pari 83. Purtroppo, c’è il rischio che tale drammatico primato venga superato nei mesi mancano al termine di questo 2024.

Il suicidio risulta essere di gran lunga la prima causa di morte negli istituti di pena, sia in Italia che nel Lazio. Considerano il quinquennio 2020-24 che si sta per concludere, degli 810 decessi registrati in tutti gli istituti penitenziari della Penisola, 340 sono di persone che si sono tolte volontariamente la vita (il 42% del totale). 29 i suicidi nel Lazio su 99 decessi registrati nel periodo considerato.

Sovraffollamento ed eventi critici

Guardando, inoltre, al dettaglio degli eventi che si sono verificati nei singoli istituti, Regina Coeli con i 14 suicidi accertati nel quinquennio 2020-24 si colloca al primo posto tra tutti gli istituti penitenziari d’Italia, seguito da Torino con 12. Queste due strutture sono anche tra le più sovraffollate e, se si guarda alla gerarchia di quelle con il maggior numero di suicidi, risulta immediatamente evidente la forte relazione tra tassi di sovraffollamento e numero di eventi critici.  Dei dieci penitenziari con maggior numero di suicidi, ben nove presentano tassi di affollamento effettivo di gran lunga superiori alla media nazionale, già di per sé inaccettabile, del 130%.

Guardano, inoltre, con più attenzione ad alcune specifiche caratteristiche e alle condizioni delle persone che si sono tolte la vita il quadro che emerge risulta, se possibile, ancor più drammatico rispetto ai dati generali.

In primo luogo va sottolineato che la maggior parte delle persone si sono tolte la vita durante i primi sei mesi di detenzione e ben nove su 72 nei primi quindici giorni. Forse, considerando anche il fatto che il 40% dei suicidi si è registrato tra detenuti in attesa di giudizio, una buona parte di queste persone avrebbe potuto trovarsi in una condizione diversa dalla detenzione in carcere.

Infine,  la composizione per età e nazionalità: gli stranieri che si sono tolti la vita nel 2024 sono stati 42 (il 57% del totale) in maggior parte (22) giovani con meno di 35 anni.

report suicidi 19 settembre 2024

 

 

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