Destinazione Albania: partita la prima nave con migranti verso i “centri di frontiera”
I centri di Shengjin e Gjade pronti ad accogliere centinaia di persone con i requisiti previsti dall'accordo siglato tra Italia e Albania. Mai più Lager e Amnesty: "Il Protocollo viola la sentenza della Corte di giustizia europea e i diritti umani". Schlein (Pd): "Il governo alza le tasse e sperpera soldi nei centri albanesi"
ROMA – “La nave Libra sta navigando verso l’Albania: i migranti sono stati raccolti in acque internazionali. Si tratta di un gruppo di uomini non vulnerabili, originari di Egitto e Bangladesh”.
Fonti qualificate all’agenzia Dire confermano la notizia che circola da ore sui principali media italiani, secondo cui la nave della Marina Militare Libra è in viaggio verso l’Albania, per trasportare il primo gruppo di persone migranti verso i centri di accoglienza nell’ambito del Protocollo che la premier Giorgia Meloni firmò a novembre scorso con l’omologo albanese Edi Rama.Lucia Goracci: “In Libano aggrediti da familiari delle vittime di un bombardamento”.
“LA LIBRA E’ SALPATA VUOTA”
La stessa fonte chiarisce: “La Libra è salpata da Lampedusa, ma vuota. Ha successivamente raccolto i migranti irregolari salvati da altre navi della Guardia Costiera o della Guardia di Finanza, o direttamente”, smentendo la tesi secondo cui i profughi sarebbero stati prelevati dall’hotspot dell’isola siciliana.
“La Libra ha ricevuto indicazioni ad andare in Albania successivamente” perché “nessun migrante va dall’Italia all’Albania”, ribadisce ancora. A bordo, continua, “è avvenuto il pre-screening” per determinare quali fossero “i migranti non vulnerabili e quali i vulnerabili”.
I primi sono destinati ai centri in Albania: uomini adulti e sani, originari di Paesi definiti “sicuri” dall’Italia per il rimpatrio. I secondi – tra cui donne, minori, malati, disabili, anziani e originari di paesi non sicuri – saranno successivamente portati nel nostro paese. In ogni caso, “potranno presentare domanda d’asilo, che richiederà 28 giorni per essere elaborata secondo il regime della procedura accelerata”.
Quelli che non risulteranno idonei “saranno trasferiti nei centri per il rimpatrio”, che, per quanto riguarda l’Albania, l’Italia ha contribuito ad allestire a Gjader, nel nord del paese.
IL PROTOCOLLO ITALIA-ALBANIA
Il Protocollo Italia-Albania, che ha una durata di cinque anni per un costo di gestione stimato in 30 milioni di euro circa, ha suscitato da subito forti critiche e perplessità da parte delle organizzazioni della società civile. Secondo le organizzazioni non sarebbe infatti chiaro in che modo saranno rispettati i diritti delle persone migranti. (www.dire.it – Agenzia Dire)