Una clamorosa sentenza di assoluzione è stata emessa ieri dal Tribunale di Crotone, che ha scagionato 24 persone accusate di aver creato false posizioni assicurative presso l’INPS per ottenere indebitamente prestazioni di disoccupazione. Il Giudice, infatti, ha dichiarato che “il fatto non sussiste”, accogliendo la richiesta di assoluzione avanzata dai difensori, tra cui l’avvocato Francesco Mazza, difensore d’ufficio all’udienza del 15 ottobre 2024 di diversi imputati. Il processo in questione ha visto coinvolti 24 cittadini, accusati di aver creato false posizioni contributive presso l’INPS, allo scopo di ottenere illegittimamente i benefici legati alla disoccupazione. Le indagini avevano portato alla luce presunti schemi di truffa, con l’accusa di aver approfittato della gestione delle pratiche per ottenere un indebito accesso a prestazioni economiche. Nel corso del procedimento, il Pubblico Ministero aveva richiesto la condanna, per alcuni degli imputati, avanzando una pena di un anno e sei mesi di reclusione. Per altre posizioni, invece, il PM aveva chiesto che non si procedesse, in quanto il reato risultava prescritto. L’avvocato Francesco Mazza, che aveva assunto la difesa d’ufficio di molti degli imputati, ha sostenuto con fermezza che i suoi assistiti fossero del tutto estranei ai fatti contestati. Durante la sua discussione in aula, il legale ha evidenziato che, nonostante alcuni dei reati potessero essere già prescritti, i suoi assistiti potevano avere interesse a vedere riconosciuta la loro innocenza e a chiarire la propria posizione, chiedendo pertanto in via principale l’assoluzione con la formula “perché il fatto non sussiste”, ai sensi dell’articolo 530 del Codice di Procedura Penale. Secondo il difensore, infatti, non vi era prova sufficiente per sostenere la responsabilità penale degli imputati. L’avvocato Mazza ha fatto leva sulla mancanza di elementi concreti che provassero la partecipazione attiva dei suoi assistiti alla presunta truffa. Alla luce delle argomentazioni difensive, il Tribunale di Crotone ha emesso una sentenza favorevole per tutti gli imputati. Il Giudice, applicando l’articolo 530 c.p., ha dichiarato che il fatto non sussiste, assolvendo tutti i 24 accusati dai reati loro ascritti. I nomi degli assolti sono i seguenti: C.V., D.D., F.G., P.F., P.D., P.F., P.A., P.V., R.V., S.A., S.D., S.G., G.G., G.P., L.A., L.A., Z.I., C.D., I.G., S.M.T., S.G., T.P., T.F. Questa sentenza rappresenta una vittoria importante per gli imputati, che non solo sono stati assolti da tutte le accuse, ma vedono affermata la propria estraneità ai fatti contestati. La decisione, inoltre, risponde a una necessaria riflessione sulle accuse di truffa nei confronti di cittadini che potrebbero aver subito un danno alla loro reputazione in attesa di un chiarimento giuridico. L’assoluzione di tutti gli imputati, infatti, non fa che rinforzare la necessità di un’accurata valutazione delle prove in un contesto processuale che può avere gravi conseguenze sulle persone coinvolte. L’assoluzione dei 24 imputati, pur nell’ambito di una vicenda complessa, riafferma un principio fondamentale del diritto penale: la responsabilità penale deve essere provata oltre ogni ragionevole dubbio. Con la sentenza di ieri, il Tribunale di Crotone ha riconosciuto che il fatto non sussiste, tutelando così i diritti degli accusati e affermando la giustizia sulla base di una valutazione imparziale delle evidenze presentate in aula.