ROMA – “Nel giudizio civile, e soprattutto in quello penale, contano la ricostruzione del fatto e l’elemento psicologico: cose a cui l’intelligenza artificiale non arriverà mai”.
Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, si sofferma sull’utilizzo delle nuove tecnologie nel diritto, intervistato da Simone Spetia all’evento di Sole 24 Ore e Imq Group “Intelligenza artificiale: il nuovo Rinascimento” alla Casina Valadier di Roma.
In particolare, il Guardasigilli ne evidenzia le opportunità: “l’IA può facilitare il diritto: raccoglie le decisioni giurisprudenziali, coordina e organizza le leggi”, ma, aggiunge il Ministro, “l’ultima parola spetta sempre all’uomo”, proprio perché “è una creazione dell’intelletto umano e come tale è controllabile, e va controllata”.