ROMA – La notizia è ormai di dominio pubblico. Il Tar della Liguria ha sancito l’illegittimità dell’affidamento diretto del Festival di Sanremo alla Rai. Salva la prossima edizione, in programma come da tradizione al Teatro Ariston dall’11 al 15 febbraio 2025, nel 2026 il Comune ligure dovrà indire un bando pubblico.
LA NOTA DELLA RAI
A essere contestato nel ricorso fatto dalla società JE di Sergio Cerruti è proprio la concessione esclusiva del marchio “Festival della canzone italiana” alla Rai. Tesi accolta solo in parte nella sentenza perché non intacca il format, di cui resta titolare la Rai. Insomma, le modalità di organizzazione della gara tra i cantanti restano di proprietà dell’azienda di viale Mazzini. E qualora il festival emigrasse dovrebbe cambiare forma.
“I giudici amministrativi hanno confermato l’efficacia della convenzione stipulata tra Rai e il Comune di Sanremo per l’edizione 2025, nonché la titolarità in capo a Rai del format televisivo da anni adottato per l’organizzazione del Festival”, commenta, infatti, l’azienda di viale Mazzini in una nota ufficiale. “Il Tar Liguria- continua- ha giudicato irregolari soltanto le delibere con le quali il Comune di Sanremo ha concesso in uso esclusivo a Rai il marchio ‘Festival della Canzone Italiana’, nonché alcuni servizi ancillari erogati in occasione dell’organizzazione del Festival stesso”. E conclude: “Dunque, nessun rischio che la manifestazione canora, nella sua veste attuale, possa essere organizzata da terzi”.
Nonostante questo le emittenti oggi gongolano. La questione dell’affidamento diretto non è nuova. A Mediaset, Striscia La Notizia ha ricordato in un servizio di Pinuccio che il tg satirico ha portato a galla l’annoso dilemma già due anni fa. Ora, salvo ricorso della Rai al Consiglio di Stato, si apriranno presto i giochi.
L’azienda del Biscione potrebbe entrare nel vortice della gara, insieme a un altro colosso come Warner dove – da quest’anno- anche l’ex direttore artistico dei record, Amadeus, ha preso la residenza. L’esistenza di una gara potrebbe portare a una lievitazione dei costi di aggiudicamento e il Festival di Sanremo potrebbe, così, finire nelle mani di chi mette in campo risorse più congrue e ingenti, anche a fronte del mantenimento della qualità della manifestazione. “L’eventuale indizione pubblica- si legge nella sentenza- potrebbe consentire di elevare ulteriormente il livello tecnico-qualitativo”.
E se il festival, in via ipotetica, andasse proprio alla Warner, Amadeus sarebbe pronto a riabbracciarlo, trovando un nuovo format per portarlo avanti. I nostalgici lo sperano di certo.
Fonte: Agenzia Dire
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