Roma – Prima ha favorito l’abbinata PD M5s, anzi ne è stato il fautore, poi abbandona il PD per formare un partito tutto suo. Una logica da politica da “ago della bilancia” in ragione dei numeri che soprattutto si contano al Senato della Repubblica. Matteo Renzi fa dunque una operazione degna della miglior tradizione democristiana pentapartitica e si pone in un nuovo alveo, forse il più comodo ma sicuramente che potrà dargli una nuova autonomia e una apparente verginità politica. In ogni modo ognuno gioca il suo, ed ora gli scontenti del PD se la vedano con Zingaretti oppure hanno un nuovo contenitore su cui salire dove i posti non sono necessariamente tutti presi. E quindi la politica non è certo statica ma bensì in totale evoluzione Renzigrillo docet.