BOLOGNA – Il presidente dell’associazione dei famiglie delle vittime della strage del 2 agosto, Paolo Bolognesi ne è consapevole: il processo sui mandanti dell’attentato di 40 anni fa “non sarà facile”, dice da piazza Maggiore, però “può veramente cambiare la storia d’Italia” (e lo dice dopo anni di critiche ai magistrati, accusati di non sviluppare tutte le poste di indagine suggerite dai parenti delle vittime). Poter arrivare ai mandanti “sembrava quasi un’utopia, quante volte ce lo siamo sentiti dire, oggi è una concreta realtà”, tuttavia “non ci illudiamo che sarà un processo facile”, ammette. Perchè “ancora oggi esistono motivi attualissimi per continuare a mentire e a nascondere la verità su quel progetto politico di disprezzo della vita per fini di potere, che nella strage del 2 agosto ha visto la sua più lugubre realizzazione”, dice, convinto però che questa volta l’accertamento della verità sia a portata di mano, nonostante ci sia chi mette ancora in dubbio la matrice fascista della bomba.
“La cosiddetta pista palestinese che fu ideata e finanziata dai vertici della loggia massonica P2, nelle sue diverse versioni. Tutte inutili varianti studiate ad arte per evitare che le indagini arrivassero a individuare i mandanti della strage. Da questa pista sono stati affascinati uomini delle istituzioni, politici navigati, magistrati. Molti di questi non hanno mai visto un fascicolo del processo”, contesta Bolognesi.
Ebbene, “Il processo che si aprirà presto contro i mandanti può veramente cambiare la storia d’Italia e far luce completamente su mandanti e ispiratori politici che hanno giocato in prima persona per sconvolgere l’assetto politico-istituzionale del Paese. Non solo con la strage del 2 agosto, ma con operazioni precedenti e successive“, sostiene Bologna. “E questo processo, lo dico con orgoglio, è anche frutto delle nostre lotte, è il contributo dell’associazione dei familiari all’Italia democratica. Noi siamo vittime che chiedono giustizia e anche, allo stesso tempo, cittadini che contribuiscono al percorso democratico. E noi vi diciamo: questa è una storia che ci riguarda tutti e il cui finale dipende da tutti noi”, conclude. (Vania Vorcelli – www.dire.it)