Editoriale – Gli italiani sembrano doversi scusare di esistere. Bacchettati da maestrini che promettono punizioni a comportamenti non in linea con la dittatura moderna, prima il problema erano coloro che uscivano abusivamente sotto casa a “fare jogging”, ora sono diventati i giovani che vanno in discoteca o vanno in vacanza. Nel mentre importiamo le infezioni da altrove, e per questo nulla quaestio.
E così questo popolo loculizzato in smart working in ragione di una pandemia non supportata da dati certi e fin troppo strumentalizzata a livello di terrorismo ansiogeno, ora si sente colpevole di esistere. Tanto che sembrano essere richieste le scuse perchè si vuol vivere.
Beninteso che le persone non è che hanno scelto loro di venire al mondo. E’ la natura che ha creato l’uomo che si riproduce nei modi e nei tempi da tutti conosciuti. Sempre nella natura dell’uomo è l’espressività, la socialità, lo stare insieme, l’abbracciarsi: il vivere. Ciò che oggi è vietato perchè c’è il rischio dei contagi.
La curva epidemica aumenta, i focolai crescono, con soddisfazione dei virologi catastrofisti e di quanti alimentano con precisi obiettivi l’ansia popolare.
Ci sono contagi certo, ma questi contagiati poi che fine fanno? Muoiono tutti? Vanno tutti in ospedale o sono asintomatici? O è colpa anche essere asintomatico. E’ colpa di esistere.
E dunque nel mentre che il Pirozzi di turno cade dalle nuvole perchè la moglie a sua insaputa gli ha chiesto il bonus partite iva, il divario sociale aumenta sempre di più.
Non vi è più una prospettiva futura, il popolo è terrorizzato e minacciato per l’arrivo di un autunno che si profila ancorpiù ansiogeno che mai. L’inizio delle scuole… poi non ne parliamo. Sarà un caos probabilmente voluto. Più il popolo ha paura e meglio è. Allora eliminiamolo questo popolo che disturba. Sterminiamo la massa e lasciamo solo taluni politici a godere delle beltà residue. Finchè durano.
Ai posteri le ardue sentenze.