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Tra ondate di caldo, covid e venti di guerra

EDITORIALE – Escalation nucleare della guerra, aumento del covid, la spada di Damocle delle restrizioni, il rischio del taglio gas in arrivo dalla Russia, e nientedimeno che l’ondata eccezionale di caldo con tanto di siccità sono gli ingredienti giusti per tenere il popolo sempre piu’ preoccupato ed in tensione. Mai nella storia vi fu periodo piu’ ghiotto per la politica non solo nazionale, che con un sistema ansiogeno ormai ben consolidato cerca di tenere alta la staticità piu’ assoluta.

L’effetto però a distanza di due anni è una sorta di assuefazione generalizzata. Ormai i numeri degli infettati del condominio quasi non interessano piu’ a nessuno. Cosa cambia sapere che in Italia ci siano duemila contagi o cinquantamila? Cosa dovrebbe fare questo popolo per poter continuare a vivere? Liberarsi dall’ansia. Ricordiamoci che nessun governo o  nessuna potenza mondiale compresa Russia e Stati Uniti sono detentori del potere della vita eterna. Dobbiamo comunque morire perchè siamo semplicemente nati, e quando sarà ce ne torneremo come tutti, allo stato quo ante. Lontani da caldo, freddo, dall’ansia, da rumori e da tutto questo meccanismo perverso che ha contagiato il mondo.

Ed anche l’estate tanto attesa è motivo di allarme, la siccità, gli incendi. Il dramma del dover vivere la quotidianità. L’informazione massiva dispensa ogni minuto gocce di depressione ed i cervelli sono sempre più spenti e passivi. E con questo stato di reazione aumenta del resto il potere che ha un sistema occulto sui popoli in generale.

In apparenza però tra tutti questi allarmi la vita tende a scorrere nella sua normalità. Ci si diverte, si balla, si va al ristorante tenuto chiuso per due anni e passa, ci si struscia, si vive insomma. Sarà anche una vita apparente con un crescente senso di distacco da chi dovrebbe tutelare il popolo, che poi altro non fà che giocare ad una sorta di partita a scacchi. Come in guerra, dove i foderi combattono e le sciabole restano appese.

Lo stato di guerra è l’unico motivo che potrebbe bloccare le elezioni 2023. Anche se Conte con un impulso di energia cerca di sparigliare le carte. Indubbiamente ha capito che per salvare il salvabile e forse anche per crescere deve distinguersi dalla massa. Sarà anche strategia, ma la posizione antifornitura di armi in Ucraina lo ha comunque caratterizzato.

Come si può ripudiare la guerra a livello costituzionale e poi alimentarla con le armi? E’ comunque un modo di partecipare. Poi non ci si stupisca se la Russia stacca il gas. Si ma tanto al sistema cosa importa. Nelle case degli unti dal Signore il gas arriva e le bollette no, in tutti gli altri casi l’effetto è contrario. Il popolo si è abituato anche alla benza a due euro, prima proteste ora rassegnazione. Tanto l’importo sempre quello è, solo caro lei con i tasconi sudici e luridi ed infradito in plastica con le natiche appiattite da divano e partite, che ci farà meno chilometri. E dovrà rifornirsi sempre piu’ spesso. Ma tanto poi è la Roma, aaa Lazio er Sampdoria che conta dove anche lì girano tanti euri intorno a na palla.

L’Italia di Pertini, di Bearzot, del Papa diventato Santo, è un lontano ricordo. Così come sono un ricordo le rivoluzioni studentesche del sessantotto, e tante altre forme reazionarie che sono state sostituite dal divano tanto goduto durate il lockdown. Con buona pace di chi è fatto salvo dai diritti dei terzi.

Ma attenzione, si paventano restrizioni nuove per l’autunno 2022, il covid rialza la testa e teniamoci pronti per rimetterci in fila per le quarte, le quinte e successive dosi, per battagliare tra pro-vax e no-vax. Poi c’è sempre il rischio neve, venti forti, quelli di guerra che potrebbero coinvolgerci in un conflitto mondiale e spazzare via il popolo. Si solo il popolo perchè chi lo conduce ha già pronto il posto nell’Arca di Noè.

 

 

 

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