“Siamo tutti in qualche posto” la silloge di Christian Baldelli: un viaggio tra le emozioni per ricercare il significato della vita
Scrivo poesie, racconti brevi e commedie da quando sono bambino. Per vanità, sia chiaro, non perché penso possano avere un reale interesse letterario per alcuno. In “Siamo tutti in qualche Posto” cerco di raccontare e raccontarmi la nuance di una vita che ha varcato da un po’ la sua metà… e che, come il caso, è solito fare, ti mette in disparte ed inerme di fronte lo snodarsi degli eventi che giungono più o meno imprevisti nel nostro vissuto. Rimango dell’idea che la poesia non può essere raccontata in una, due, mille pagine di sinossi. Va letta e fatta nostra. Interpretata visceralmente così che possa accendere quello che c’è di più recondito dentro la nostra anima prigioniera.
CHRISTIAN BALDELLI è un poeta ed insegnante di filosofia e scienze umane e maestro elementare, noto per la sua passione nell’insegnare e la sua profonda sensibilità artistica. Nato a Perugia il 31 agosto 1972, ha coltivato una grande passione per la letteratura fin dalla giovane età. Dopo aver completato gli studi presso l’Università degli Studi di Perugia, si è laureato in Scienze della formazione Primaria. Successivamente, ha proseguito i suoi studi laureandosi anche in Psicologia per poi aggiungere l’ulteriore titolo di studi in Consulenza Pedagogica, ampliando così la sua comprensione delle dinamiche umane e dell’apprendimento.
Parallelamente alla sua carriera nell’insegnamento, Christian ha sviluppato una fervente passione per la scrittura e per la poesia in particolare. Ha scritto tre libri di poesie che hanno riscosso apprezzamento e critica positiva: Angoli, Nuovi Angoli e Siamo tutti in qualche Posto (Midgard, 2022) Le sue poesie affrontano temi universali come l’amore, la natura, la spiritualità e la condizione umana. La sua scrittura è caratterizzata da uno stile delicato, una profonda introspezione e un grande pragmatismo nell’uso delle parole.
Oltre alla sua attività di insegnante e poeta, Baldelli dedica parte del suo tempo al volontariato e alla società civile. Attualmente è presidente del Circolo ARCI di Ponte Valleceppi (PG), attivista per i diritti umani presso varie associazioni e riferimento per il suo impegno nella società civile. Da più di dieci anni, lavora presso l’Istituto comprensivo del suo territorio come maestro di sostegno nella scuola primaria. Christian continua ad insegnare, a scrivere e ad ispirare gli altri attraverso la sua poesia. La sua dedizione all’arte e all’educazione gli ha conferito una posizione di nicchia nel panorama culturale locale, facendolo diventare un punto di riferimento per chiunque cerchi ispirazione e saggezza nelle parole.
Cos’è per te la poesia e perché hai scelto questa forma di espressione?
“Per me, la poesia è un mezzo di espressione che uso per catturare l’essenza di un’emozione o di un’esperienza e condividerla con gli altri in modo profondo e subliminale. La poesia ha il potere di evocare immagini vivide, suscitare emozioni intense e far riflettere sulle sfumature della vita. È un linguaggio che permette di giocare con i suoni, con le immagini, con le metafore, creando un’armonia tra le parole. È un modo per cercare un senso di significato e di connessione con il mondo che ci circonda.
La poesia mi consente di immergermi nelle parole, di esplorare le loro sfumature e di scoprire nuove prospettive sulla realtà. Mi dà la libertà di setacciare le profondità dell’animo umano e di dare voce a ciò che altrimenti per me sarebbe impossibile da esprimere. La poesia mi offre uno spazio di libertà creativa in cui posso giocare con le parole, sperimentare con le forme e le strutture, e cercare di catturare l’ineffabile. È un modo per entrare in contatto con il mio io più autentico e per connettermi con gli altri attraverso un’esperienza condivisa di stati d’animo e riflessioni. La poesia mi permette di esplorare i confini dell’immaginazione e di dare voce a ciò che c’è di più intimo e personale”.
Ci sono dei momenti in cui ti senti più ispirato?
“Non ci sono momenti canonici in cui mi senta più ispirato. La scrittura poetica per me è un processo misterioso e affascinante che non sempre posso controllare, ma che cerco spesso di accogliere e cogliere quando si presenta. Spesso porta con sé dolore quasi fisico, altre volte l’accolgo come una liberazione, come un venir fuori da tormenti interiori. Capita a volte che sia l’interazione con le persone, le loro storie e le loro emozioni, ad essere una fonte di grande ispirazione per me, vivere dentro le loro vite, percorrere le loro strade può portarmi a vedere il mondo con i loro occhi e al bisogno di raccontarlo. Altre volte sono i ricordi che dal passato riaffiorano a portarmi a scrivere, come possono essere invece alcune letture di opere di altri poeti e la scoperta di nuove forme di espressione poetica. La poesia degli altri talvolta mi spinge oltre i miei confini creativi, mi fa esplorare nuove modalità di scrittura e a sfidare me stesso. Trovo che l’immersione nella poesia degli altri poeti sia un modo prezioso per nutrire la mia anima e per alimentare la mia creatività”.
“Siamo tutti in qualche posto”: parlaci del titolo della tua silloge
“Ogni individuo è situato in un luogo, fisico o emotivo, che contribuisce a plasmare in ogni singolo attimo la sua esistenza. Attraverso la mia raccolta poetica, cerco di esplorare questa dimensione e di dare voce alle diverse sfaccettature dell’essere umano, alla ricerca del senso delle vita e di un luogo di cui sentirci parte.
Cerco di trasmettere l’idea che, nonostante le nostre singole esperienze, siamo tutti uniti da un filo invisibile che ci lega come esseri umani. Siamo tutti in questo “Posto” insieme, cercando di trovare significato e connessione nel labirinto della vita e allo stesso tempo significati e relazioni non possono che avere interpretazioni uniche e personali per ognuno di noi, perché seppure rimane chiaro il mio invito a riflettere sulle nostre esperienze e connessioni umane, ad abbracciare la nostra comune umanità e a riconoscere che, nonostante le nostre differenze, siamo tutti legati da una serie di esperienze e emozioni universali, è innegabile che ogni uomo crea la sua di realtà e costruisce le sue di verità”.
L’amore è uno dei temi più presenti, l’hai declinato in molteplici modi come amore corrisposto, lontano, svanito, sognante, eterno. Quale significato ha nelle tue poesie questo sentimento?
“L’amore è uno dei temi centrali delle mie poesie e viene declinato in molteplici modi perché rappresenta una forza universale che permea la vita di ognuno di noi. L’amore corrisposto è un sentimento che nutre e alimenta l’anima, che porta gioia e felicità. L’amore lontano è caratterizzato dalla nostalgia e dalla mancanza, ma anche dalla speranza e dal desiderio di riunirsi. L’amore svanito rappresenta la tristezza e la delusione di un amore perduto, ma porta anche con sé la consapevolezza del valore di ciò che è stato. L’amore sognante è un amore idealizzato, che vive nel mondo dei sogni e delle fantasie. L’amore eterno, infine, rappresenta la durata e la potenza di un amore che supera il tempo e le sfide.
In tutte le sue sfumature, l’amore ha un ruolo centrale nelle mie poesie perché è un sentimento universale che tocca profondamente l’animo umano. L’amore nelle mie poesie rappresenta un legame profondo con il nostro essere e con il mondo che ci circonda”.
Un filo invisibile di malinconia permea i tuoi scritti poetici e assume un senso sempre più preponderante in rapporto all’età matura e alla consapevolezza. Parlaci di questo tema ricorrente.
“La malinconia per me è “una fedele compagna” un qualcosa che mi porto dietro da sempre e da sempre cerco di nasconderla agli altri. La poesia è un modo per esorcizzarla e anche per permetterle di mostrarsi, perché è in me e diventa spesso l’interconnessione tra la tristezza e la bellezza, quindi, diventa una lente attraverso cui guardare il mondo con un occhio più attento e contemplativo. Mi costringe a prendere tempo, ad osservare ciò che ci circonda manifestandosi nelle mie poesie, come una nostalgia per ciò che è stato, una consapevolezza della transitorietà della vita e un desiderio di trattenere quei momenti fugaci di bellezza e felicità.
La malinconia mi spinge a esplorare la tensione tra luce e ombra, gioia e tristezza, passato e presente. È un modo per avvicinarmi alla complessità delle emozioni umane e per rendere omaggio alla bellezza che può emergere anche dalle situazioni più dolorose”.
Hai parlato di ricerca di senso: cosa vuoi trasmettere e lasciare a chi ti legge?
“Non basterebbero le nostre esistenze per rispondere in maniera completa a questa domanda. Uno dei messaggi che cerco di trasmettere ai lettori, forse quello principale, è che la ricerca di senso è un viaggio individuale e personale. Ognuno di noi ha la capacità e forse il dovere etico di scoprire e creare il proprio significato della vita. Invito i lettori a esplorare le profondità della propria anima, a connettersi con ciò che è autentico e a trovare un proprio posto nel mondo. Sottolineo l’importanza di abbracciare le esperienze, i fallimenti e i successi come parte del nostro cammino verso la comprensione di chi siamo.
Vorrei lasciare un senso di profondità e di apertura all’interpretazione, incoraggiando le persone a interrogarsi sulle proprie esperienze e a cercare un significato più ampio delle cose. Spererei che chi mi legge trovasse un’ispirazione per approfondire le proprie emozioni e per esplorare la complessità della condizione umana, alfine di sentirsi parte di un tutto”.
Hai scritto altre raccolte poetiche: quale evoluzione c’è stata dai primi componimenti fino agli ultimi?
“Nel corso delle mie raccolte poetiche, c’è stata un’evoluzione sia stilistica che tematica. Nei primi componimenti, mi concentravo principalmente sulle emozioni personali e sui dettagli intimi della mia vita. Col passare del tempo, ho iniziato ad ampliare la mia prospettiva, ad abbracciare temi più universali e a esplorare diverse tecniche poetiche. Ho acquisito maggiore consapevolezza della mia voce poetica e ho sviluppato uno stile più maturo e riflessivo.
Le mie ultime raccolte riflettono una maggiore apertura al mondo e un desiderio di aprirmi agli altri attraverso le parole. C’è stata una maggiore attenzione alla musicalità e alla struttura delle poesie, cercando di creare un equilibrio tra struttura formale ed emotiva. Tuttavia, la poetica di base che permea le mie opere è rimasta coerente nel suo desiderio di esplorare l’essenza umana, le profondità dell’animo e la caducità della vita”.
Hai nuovi progetti nel cassetto?
“Sto scrivendo una nuova raccolta di poesie che si intitola: Sarà d’Altro che è pensata per realizzare una collaborazione con altri artisti per creare opere multidisciplinari che uniscano la poesia ad altre forme d’arte quali la musica e la pittura. Ripensando la poesia come una forma artistica che giochi un ruolo fondamentale nella società odierna, offrendo una via di fuga dalla frenesia del mondo moderno, stimolando la creatività e l’immaginazione, e offrendo uno spazio di riflessione, connessione ed espressione autentica. Così che attraverso la poesia, possiamo esplorare temi sociali e politici, stimolare il dibattito e la consapevolezza.
La poesia può essere una voce per coloro che sono marginalizzati o oppressi, un mezzo per esprimere il disagio e per cercare un cambiamento, permettendo di dare voce a ciò che altrimenti potrebbe rimanere inespresso e ci invita a condividere queste esperienze con gli altri. Mi piacerebbe creare degli eventi in cui poeti e artisti si riuniscano per condividere le loro opere e creare un’atmosfera di condivisione e ispirazione. Questi eventi potrebbero includere letture di poesie, performance musicali e recitazioni teatrali, creando un ambiente artistico e stimolante per gli spettatori”.