ROMA – Oscurità, musica e creature marine. Così hanno trascorso gli ultimi attimi di vita i 5 passeggeri del Titan, il sommergibile imploso domenica 18 giugno. A rivelarlo Christine Dawood, moglie di Shahzada Dawood e madre di Suleman Dawood, entrambi morti nella tragedia. La donna doveva accompagnare il marito nella visita turistica al relitto del Titanic, ma ha deciso di cedere il posto a suo figlio. In un’intervista al New York Times, Christine ha raccontato alcuni dettagli della spedizione.
Nel video di seguito l’esperienza dello youtuber DALLMYD, che quest’anno ha partecipato ad una delle spedizioni del Titan.
A BORDO DEL TITAN
Nei giorni prima della tragedia, i passeggeri hanno partecipato a diverse riunioni sulla sicurezza. Inoltre, sono stati istruiti su alcune misure da adottare a bordo.
Innanzitutto, è stato richiesto ai partecipanti di adottare alcuni comportamenti alimentari specifici, quali seguire una “dieta a basso residuo” (povera di fibre) il giorno prima dell’immersione e di non bere caffè la mattina della partenza. Anche l’abbigliamento doveva seguire alcune linee guida. A causa delle basse temperature a cui sarebbero andati incontro nelle profondità oceaniche, i passeggeri avrebbero dovuto indossare calzini spessi e un cappello.
OceanGate, secondo quanto raccontato da Christine, avrebbe inviato ai partecipanti pantaloni impermeabili, una giacca impermeabile arancione, stivali con punta d’acciaio, giubbotti di salvataggio e caschetti. Stockton Rush, pilota e cofondatore di Ocean Gate, generalmente sedeva nella parte posteriore del sommergibile, lontano dall’oblò. Gli altri passeggeri erano collocati con le spalle alle pareti curve.
Suleman aveva portato a bordo, inoltre, un cubo di Rubik mentre Shahzada una macchina fotografica.
A ognuno dei passeggeri è stato anche chiesto di comporre una playlist musicale sul proprio telefono, in modo da potere riprodurre le canzoni su un altoparlante Bluetooth nel corso della spedizione.
Durante l’immersione i fari del Titan sarebbero stati spenti per risparmiare batteria, fino a quando il sommergibile non fosse arrivato nei pressi del relitto del Titanic. Dall’oblò, dunque, i passeggeri avrebbero visto solo oscurità alternata a creature marine bioluminescenti.