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Ex Alcoa, Ugl Metalmeccanici:”Verifica del piano industriale”.

Si è  svolta presso il MMIT  la verifica  del piano industriale della Sider Alloys, presenti i vertici aziendali, il dott. Luca Annibaletti, Coordinatore della Struttura per le crisi d’impresa, il ministero del Lavoro, Invitalia, Regione Sardegna. In premessa, l’azienda conferma che ad oggi la  forza lavoro è 122 diretti e circa 150 unità indirettamente e di continuare negli investimenti e nei revamping all’interno dello stabilimento”.

Lo dichiarano il Vice Segretario Nazionale Ugl Metalmeccanici con delega alla Siderurgia Daniele Francescangeli e il Segretario Utl Cagliari, Andrea Geraldo.

“Troppi anni sono trascorsi inutilmente e hanno indebolito inesorabilmente il tessuto sociale territoriale ma, in particolare, i tanti lavoratori che ancora credono e attendono lo sviluppo del rilancio dall’acquisizione dello stabilimento di alluminio primario da parte della Sider Alloys sino ad oggi. Osserviamo  come Ugl che la multinazionale svizzera ha acquisito lo stabilimento nel febbraio 2018, in conseguenza di un accordo di programma firmato dall’allora ministro, la Regione e la Sider Alloys. Da allora la necessità di un costo calmierato dell’energia, ha di fatto giustificato i tanti ritardi nell’attuazione del revamping e fatto  attenuare la vertenza dai tavoli di crisi del Mimit: oggi siamo riusciti a fare il punto sulla situazione e discutere della ripartenza dello smelter e la ricollocazione dei tanti lavoratori attualmente in mobilità. Come Ugl, abbiamo chiesto l’impegno alla R.A.S. di incrementare la quota di ammortizzatori sociali e riprendere le attività formative con gettone alla presenza per dare nuovamente dignità alle tante famiglie che vivono di assistenzialismo che, nell’attesa di essere nuovamente impiegati nelle linee di produzione, potranno incrementare la propria formazione e professionalizzazione ricevendo un congruo emolumento. Fondamentali anche le risposte che si riceveranno per coloro che si trovano in regime di ammortizzatori sociali, che impongono una riflessione ed una rivisitazione degli accordi sottoscritti. In conclusione – dichiarano Francescangeli e Geraldo – gli oltre 300 lavoratori, che sono in attesa di rioccupazione, sono costretti a vivere con meno di 500 euro al mese e questo deve essere fra le prime priorità di questa vertenza”.

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