Roma – Risultano ben documentati i numerosi fattori di insoddisfazione associati alla realizzazione di attività non qualificanti, stress emotivo e burnout che vivono gli operatori sanitari, tra cui medici e odontoiatri. Fattori spesso legati a doppio filo a un aumento del rischio di errori clinici e alla diminuzione di efficacia ed efficienza degli interventi. Non è tutto. In letteratura questi dati sono considerati come potenziali fattori di rischio di abbandono della professione. Ecco perché, vista la continua evoluzione del sistema sanitario, risulta necessario porre maggiore attenzione all’importanza di un adeguato equilibrio tra lavoro e vita privata, senza dimenticare la soddisfazione personale e di carriera dei professionisti.
Di questo e altro si è discusso durante la sessione dal titolo ‘Benessere dei professionisti sanitari per una sanità di valore: analisi e proposte dall’Ordine dei medici-chirurghi e degli odontoiatri della provincia di Roma”, organizzata oggi a ‘Welfair’, la nuova fiera del fare Sanità, evento che si chiude domani alla Fiera di Roma.
“Dal 2018 l’Ordine dei medici ha cambiato volto- ha affermato il presidente dell’Omceo Roma, Antonio Magi- passando da organo ausiliario a organo sussidiario dello Stato, a tutela della salute del cittadino. Questa è la mission principale e il nostro compito è quello di garantire ai cittadini che chi li cura possiede quelle caratteristiche e i titoli come medico”.
“Come medico- ha proseguito- devo tutelare il cittadino in tutti i sensi e per farlo devo tutelare anche il professionista. E a noi sta molto a cuore il benessere del nostro professionista, del medico, nell’arco della sua attività”.
Il presidente dell’Omceo Roma ha poi ricordato come molte cose siano cambiate nel corso degli anni. “Tutti voi- ha detto rivolto ai presenti- ricordate il medico che arrivava in casa e veniva accolto in una sorta di rituale fatto di affetto, rispetto per il ruolo e al contempo di confidenza familiare, in un vero e proprio clima di fiducia. C’era, dunque, un rapporto tra medico e paziente, c’era la consapevolezza dei ruoli e tutto andava bene, perché ognuno si fidava dell’altro e insieme collaboravano per raggiungere il successo, ovvero la Salute del cittadino”.
“Oggi, però- ha poi continuato- il medico condotto non c’è più, adesso abbiamo parcellizzato l’attività del medico e si è interrotto quel rapporto di felicità, quel rapporto di coppia, tra medico e paziente”.
Antonio Magi ha poi dichiarato che “questo non ha fatto altro che creare delle condizioni professionali sempre più difficili e complesse. Un fatto che è andato chiaramente a riversarsi sulla serenità e sul benessere del professionista, che quando oggi lavora si ritrova a doversi comportare con il paziente avendo molto spesso paura di chi ha di fronte”.
Ecco, dunque, ha informato Antonio Magi che “si crea quel rapporto tra medico e paziente che nasce già malato. Ci sono poi norme, come ad esempio il consenso informato, che per il medico costituisce quasi un contratto in cui deve garantire non solo l’obbligo di mezzi ma anche l’obbligo di risultato- A volte- si è rammaricato- capita che le interpretazioni delle leggi arrivino in tribunale. Ne posso citare una famosissima della Cassazione in cui si dice che il medico ha l’obbligo di risultato. È evidente che tutto questo va a incidere sul benessere del professionista, che oggi lavora con l’ansia, in situazioni di organico ridotto, con la consapevolezza che dall’altra parte c’è anche una situazione, peggiorata dopo il Covid, di stress psicofisico, con la possibilità di trovarsi di fronte persone di cui ignora le possibili reazioni, con la necessità di comunicare ma senza la possibilità di farlo per il poco tempo che ha a disposizione”.
In questa situazione non sono pochi gli atti di violenza e le denunce, spesso temerarie. “Un fatto- ha ribadito Antonio Magi- che crea ansia nel medico, che poi si difende con la medicina difensiva, che comporta un esborso economico valutato dieci miliardi di medicina difensiva, tre miliardi legati al l’assicurazione o all’autoassicurazione. In più ci sono altre situazioni di obblighi legati alla formazione e di obblighi legati a ordini di servizio. L’Ordine dei medici- ha concluso- vuole essere casa del medico, dove il medico che ha un problema si possa rivolgere, un luogo dove possa trovare persone che lo possano consigliare in maniera disinteressata”.
Alla Tavola Rotonda hanno inoltre preso parte il segretario dell’Omceo Roma, Cristina Patrizi, il consigliere odontoiatra dell’Omceo Roma, Giovanni Migliano, il direttore del centro nazionale della clinical governance-Iss, Velia Bruno, l’esponente della commissione studi e ricerca dell’Omceo Roma, Giuseppe Furia, il direttore Uoc medicina d’urgenza e pronto soccorso, Ao San Giovanni-Addolorata, Maria Pia Ruggieri e i consiglieri medici dell’Omceo Roma, Valentina Grimaldi e Maria Grazia Tarsitano. I lavori sono stati moderati dal consigliere medico dell’Omceo Roma, Gianfranco Damiani, e dal direttore del Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute-Iss, Giovanni Capelli.