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Adrenalina e suspense da togliere il fiato: “Una canaglia” il thriller psicologico di Margaret Renata Pampuri

In una tranquilla cittadina dell’Oregon a metà degli anni Ottanta un assassino seriale tedia con telefonate inquietanti una giovane e avvenente donna per portarla a risolvere indovinelli in una corsa contro il tempo. Egli incide le sue vittime con dei proverbi, ma la vera domanda è: chi è la Canaglia che si nasconde dietro a tutto questo? Perché la nostra protagonista è la chiave di volta per risolvere l’enigma che può disinnescare questa bomba ad orologeria? Perché il Killer è così ossessionato da lei? Vendetta? Perversione?
Qualcuno non è chi dice di essere.

MARGARET RENATA PAMPURI nasce nel 1986. Dopo aver interrotto gli studi di Medicina e Chirurgia, decide di intraprendere la strada della scrittura della quale è appassionata fin da piccola. Inizia a scrivere all’età di quattordici anni e ha all’attivo sette pubblicazioni. I traumi subiti durante la sua giovane età la spingono a riportare nei suoi romanzi le varie sfaccettature della psicologia umana, augurandosi così di poter sensibilizzare i lettori su temi forti che meritano di essere affrontati. Il libro L’orologio di Everlasting, primo della saga Le Rovine della Dama Nera, si è guadagnato il secondo posto al VII Premio Internazionale Salvatore Quasimodo. Una canaglia è stato pubblicato a maggio 2023.

Una canaglia è un thriller psicologico, come è nata l’idea di scriverlo e perché hai scelto questo genere narrativo?

Una Canaglia nasce nel lontano 2000, quando io avevo quattordici anni. Volevo vivere una storia d’amore intensa, quindi scrissi un racconto rosa, ma lo abbandonai, dedicandomi al mondo della Dama Nera, che poi divenne una saga fantasy, vincendo il secondo premio letterario Salvatore Quasimodo. Nel 2017 decisi di riesumare i miei personaggi scritti anni prima e immergerli in un filone thriller psicologico, date le mie esperienze e sicuramente persuasa che il thriller fosse un genere che avrebbe attirato una gran parte di pubblico”.

Parlaci della protagonista Kylie, che personaggio è e ci sono riferimenti biografici?

“Kylie Polley rappresenta un mix di esperienze vissute e come con il senno di poi avrei voluto affrontarle. Ho deciso di descrivere una ragazza avvenente e scorbutica con una spruzzata di dolcezza in modo che potesse attrarre sia il pubblico maschile che quello femminile, visto la grande moda delle “anti-eroine”.”

Scrivere un thriller/giallo è un lavoro complesso: la vicenda va pianificata nel dettaglio, e gli indizi devono essere svelati al momento giusto. In questo sei riuscita benissimo. Come hai organizzato il tuo lavoro di scrittura?

“Per me è stato un gioco. Ho la peculiarità di scrivere i romanzi in un mese circa, dal momento che ho delle visioni e devo dunque portare la storia a raggiungere le situazioni che mi sono apparse nella mente. Non pianifico mai nulla. Invento tutto sul momento e alla fine aggiungo i dettagli e gli indizi necessari al lettore perché poi tutti i pezzi del puzzle si possano intersecare perfettamente.”

Hai dato molta attenzione alla psicologia dei protagonisti e al loro vissuto: parlaci di questo aspetto del libro

“Le tematiche psicologiche sono molto discusse, perciò per me è fondamentale non perdersi in descrizioni prolisse e inutili di luoghi, ma piuttosto descrivere lo stato emotivo del personaggio, le posizioni espressive che assume, attraversando così gli angoli più cupi della mente per poter fare empatizzare il lettore e sensibilizzarlo su alcune tematiche che spesso e volentieri sono ancora sottoposte a una serie di “perché”.

Non a caso i protagonisti della mia saga Fantasy-erotica rappresentano tutti una sindrome psichiatrica.”

È particolare il rapporto che si instaura fra Kylie e il piccolo Nikla: ti va di dirci di più a riguardo?

“Il rapporto fra Kylie e Nikla rappresenta quel lato oscuro di noi che non vuole assumersi responsabilità, ma nel momento in cui c’è una persona indifesa che non chiede altro che essere amata, allora le nostre difese crollano, scatenando un tutt’uno di emozioni contrastanti e facendoci coinvolgere in ciò che tanto ci respingeva, senza poi poterne fare a meno. Non è mai stata Kylie a salvare (nel senso più ampio e introspettivo del termine) Nikla, ma bensì il contrario. Questo rapporto e la sua evoluzione nella storia ha permesso infatti di poter fare in modo che la ragazza si sentisse nuovamente una “mamma” sia per lui che per sua figlia Desy.”

Hai scritto anche altri romanzi: quali sono i temi salienti dei tuoi scritti e quale evoluzione di scrittura c’è stata tra il primo e l’ultimo?

“Ho scritto sette romanzi in due anni. Una saga thriller e una fantasy. L’evoluzione della scrittura risiede in questo caso nell’essenza del contesto e al tipo di pubblico che lo legge.

Mentre nella saga thriller la scrittura è più cruda e diretta, nella saga fantasy mantengo il tutto molto soft nonostante le tematiche trattate, gli abusi sessuali e psicologici e quant’altro. Nel fantasy non uso mai terminologie volgari o schiette, ma il tutto è contornato da un lessico forbito che arriva comunque al punto senza tanti giri di parole e ancora una volta non rallento il romanzo con descrizioni inutili.”

Come definiresti Una canaglia e a chi lo consigli?

Una Canagliaè un thriller erotico, adrenalinico in grado di spiazzare il lettore per gli innumerevoli colpi di scena che contiene. Non sono da meno i suoi seguiti: L’Inganno del Diavolo, particolare per l’evolversi del serial killer che troviamo nel primo libro, Il Seme del Male, il quale si chiude con un finale mai scritto nell’editoria italiana, e infine Criminal il più complesso e articolato romanzo della serie, la cui particolarità è lo stile di scrittura che alterna la trama principale a ciò che è accaduto perché gli eventi portino la storia in quel punto, suscitando nel lettore la continua e ossessiva voglia di andare a vanti.

Consiglio questa saga a delle persone che hanno voglia di provare emozioni forti e alla fine commuoversi. La propongo a chi ama l’adrenalina e la suspense. Attenzione però alle tematiche trattate: stupro, violenza sessuale, violenza psicologica. I miei thriller non contengono nulla di splatter, ma i temi psicologici trattati non sono per tutti. Sconsigliato a chi ha meno di sedici anni.”

Stai lavorando ad altri progetti?

“Al momento sto tentando di concludere l’ultimo libro della saga fantasy per completare la tetralogia. Ma ho anche altri progetti in mente, per esempio un bel giallo noir inglese condito da un po’ di umorismo.”

 

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