ROMA – Il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale ha aggiornato il focus sui suicidi in carcere nell’anno 2024 con i dati del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) fino al 6 agosto.
Le persone detenute che dall’inizio dell’anno e fino al 6 agosto 2024 si sono suicidate in carcere sono 62. Di altre 15 morti la causa è ancora da accertare. “Si tratta di un dato elevato – si legge nel documento – rispetto allo stesso mese di agosto del 2023 in cui si registrarono 41 suicidi (con un aumento di 20 decessi) e al mese di agosto del 2022”. Rispetto a quello che è stato – finora – l’annus horribilis dei suicidi in carcere, vale a dire il 2022, l’incremento è stato di ben 15 morti. Analizzando i dati personali riportati nel documento del Garante nazionale, si rileva che delle 62 persone morte per suicidio 60 erano uomini e due donne. Riguardo alla nazionalità, 33 erano italiane e 29 straniere, provenienti da 15 diversi Paesi.
Le fasce d’età più presenti sono quelle tra i 26 e i 39 anni (29 persone) e tra i 40 e i 55 anni (16 persone); le restanti si distribuiscono nelle classi 18 – 25 anni (sette persone), 56-69 anni (nove persone) e ultrasettantenni (una persona). Si rileva che l’età media delle persone che si sono suicidate è di circa 40 anni. 14 persone (ossia il 22,58% dei casi) erano state sottoposte alla misura della “grande sorveglianza” e di queste cinque lo erano anche al momento del suicidio. Delle 62 persone che si sono suicidate 17 (pari al 27,42%) risultano senza una fissa dimora e una registrata presso il CARA di Bari. 30 erano disoccupati (pari al 48,39%). “Dato che induce ad un’attenta considerazione e riflessione”, si legge nel documento del Garante nazionale.
Dal focus suicidi 2024 del Garante nazionale si evince che le persone in attesa di primo giudizio che si sono suicidate sono, in proporzione, due volte e mezzo in più rispetto a quanto si verifica nell’intero insieme della popolazione detenuta (38,7% vs. 14,6%). Tra i detenuti che si sono suicidiati, poco meno della metà sono Stranieri, mentre nell’intera popolazione detenuta gli stranieri non arrivano a un terzo, Il rischio suicidario tra la popolazione detenuta è più alto tra i più giovani: quasi la metà delle persone che si sono tolte la vita quest’anno aveva meno di 35 anni, nell’intero insieme della popolazione detenuta le persone con meno di 35 anni sono il 30%.
L’età media delle persone che si sono suicidate è pari a 38,4 anni quella dell’intera popolazione detenuta è di 42,7 anni. Guardando i dati del Garante nazionale, appare evidente la correlazione tra numero di suicidi e sovraffollamento carcerario: è negli istituti con il maggior numero di presenze sui posti disponibili che si sono verificati più di due suicidi nell’arco di poco più un anno e mezzo, con i drammatici record di Roma Regina Coeli con sette suicidi, di Torino con sei, e Verona con cinque, nel periodo tra il 1 gennaio 2023 e il 6 agosto 2024.