Il mio viaggio fotografico attraverso l’India è stata un’esperienza indimenticabile, un vortice di colori, suoni e profumi che ha catturato i miei sensi e la mia macchina fotografica; da Delhi a Varanasi, ho percorso un itinerario in macchina e in treno per migliaia di km che ha toccato alcune delle città più iconiche del Paese, ognuna con la sua storia, la sua cultura e la sua bellezza unica.
Le tappe
Delhi
Alle tre di notte, appena usciti dall’aeroporto, mi sono ritrovato in un’altra dimensione: lungo la strada una moltitudine di persone, di auto e di motorini. Il mattino successivo tutto era ancora più evidente, le persone si muovevano come formiche che si organizzano per la sopravvivenza. Il centro storico della città era avvolto in una nuvola di smog, il traffico nelle strade era una commistione di auto, mezzi pesanti, risciò e motorini che viaggiavano all’impazzata, con i clacson che urlavano mentre a piedi si muovevano una folla di uomini, donne, vecchi e bambini. A Delhi ho visitato il Forte Rosso, l’imponente complesso che fu la residenza dei Mughal per oltre duecento anni, e mi sono immerso nella frenesia del mercato di Chandni Chowk.
Japuir
All’alba il viaggio in treno verso Japuir ho conferma che l’India è davvero piena di contraddizioni. Nel vagone di un vecchio treno trovo sul sedile una copia del Times e il personale della compagnia ferroviariao offre a tutti i passeggeri una rosa profumata, una bottiglia di acqua e ti trovi perfino, come in un salotto inglese, con un thè caldo, biscotti serviti in piattini di porcellana con l’immancabile milk.Incredibile India! da un lato la caotica libertà di un popolo e dall’altra la flemma e la gentilezza inglese.Il viaggio in treno verso Japuir sembra interminabile per la bassa velocità ma questo mi ha consentito di guardare fuori dal finestrino ed osservare le sacre mucche libere per le strade e una moltitudine di bambini poverissimi che giocano a cricket in campi di fortuna, sollevando bianche nuvole di polvere.La “Città Rosa”, come viene chiamata Jaipur, mi ha conquistato con i suoi palazzi sontuosi e le sue strade pittoresche. Ho visitato il Hawa Mahal, il “Palazzo dei Venti”, con la sua facciata a nido d’ape e con le sue 900 finestre fatte costruire per far sì che l’aria potesse attraversarlo per rinfrescare le stanze e resistere così alle alte temperature estive. Incantevole sul lago è il palazzo sull’acqua Jal Mahal con i suoi riflessi. Il giorno successivo ho fatto un giro ad Amber Fort, godendo di una vista mozzafiato sulla città.
Agra
Ad Agra, ho avuto il privilegio di ammirare il Taj Mahal, una delle sette meraviglie del mondo moderno. La sua bellezza eterea e la sua storia d’amore mi hanno lasciato senza fiato. Ho anche visitato il Forte Agra, un complesso fortificato che ospita la Moschea Jama Masjid e il Mausoleo di Itimad-ud-Daulah di Agra, città turistica certo ma basta addentrarsi tra i vicoli della città storica per vivere esperienze davvero uniche ed emozionanti a contatto con la gente del posto.L’obiettivo della mia macchina fotografica si è concentrato più sull’aspetto umano che su quello architettonico e paesaggistico. L’India è la terra del sorriso che le persone ti regalano riscattando il contesto che sembra spesso carente e approssimativo.
Orchha
È una città meno conosciuta, ma ugualmente affascinante e si comincia a respirare l’aria della vera India, meno caotica e più spirituale. Qui ho visitato i templi di Laxmi Narayana e Chaturbhuj, due capolavori dell’architettura indù, e ho fatto una passeggiata in barca sul lago Betwa, ammirando i palazzi che si specchiano nell’acqua. Gli indiani sono un popolo accogliente e pacifico hanno la forza nel loro spirito e nella loro religione che li aiuta a superare ogni difficoltà. Mi capita di incontrare sulla sponda del fiume due sorelline che si divertono a farsi fotografare e si capisce che sono indigenti ma i loro sorrisi sono sinceri. Mi faccio accompagnare da loro un una bancarella di food e offro due pasti caldi leggendo nei loro occhi sorridenti sincera gratitudine.
Khajuraho
Famosa per i suoi templi erotici, Khajuraho è un luogo che non lascia indifferenti. Le sculture che adornano le pareti dei templi sono esplicite e provocatorie, ma allo stesso tempo sono opere d’arte di grande valore. Si rimane impressionato dall’architettura e dalle sculture del Tempio Kandariya Mahadeva.
Allahabad
Dopo sei ore di auto ci rendiamo subito conto che ci troviamo nel cuore dell’India, quella profonda e meno turistica. Si stenta a trovare l’hotel: il caos e le viuzze sono un vero labirinto, migliaia di persone assiepate ai bordi della strada con tutte le mercanzie possibili e immaginabili, innumerevoli attività che si sviluppano in pochi metri quadrati, merci straripanti e il solito omino dietro un banchetto che ti sorride.
Varanasi
Varanasi è ultima tappa del nostro viaggio. Una guida locale dal nome Prince che parla un italiano indianizzato con le h aspirate mi fa attraversare il caotico centro storico che vive la solita frenesia giornaliera. La città santa situata sulle rive del Gange è un centro di grande spiritualità. Ho assistito ai rituali che si svolgono lungo il fiume, ho navigato su una barca osservando la cremazione dei corpi dei defunti nei Ghat. L’atmosfera di Varanasi è mistica e coinvolgente, un’esperienza che mi ha toccato nel profondo e devo ammettere che in questo luogo mistico ho ritrovato una sorta di riconciliazione con il pensiero della morte.Ma la vera India l’ho vista nei villaggi, nei volti sorridenti dietro la fotocamera che ti ringraziano con le mani in segno di preghiera, uomini, donne bambini senza filtri, anime pure che porterò sempre dentro il mio cuore.
La biografia di Zino Citelli
Zino Citelli, vive a Palermo, laureato in economia, fin da piccolo è stato fortemente attratto dalla fotogra-fia, sollecitato dalla innata curiosità di guardare e intuire la realtà. Dopo anni dedicati all’apprendimento delle tecniche, esercita questa attività con sistematicità e passione. Ha vinto numerosi concorsi fotografici ottenendo riconoscimenti e pubblicazioni su autorevoli riviste. Collabora anche con alcune testate giornali-stiche nazionali per determinati progetti fotografici. Ha perfezionato gli studi sul trattamento delle imma-gini digitali PP, presso la scuola Nazionale di Roma. Nel 2018 alcune sue fotografie sono state esposte nella mostra collettiva sulla integrazione razziale, presso il Museo Palazzo Moncada di Caltanissetta, la GAM di Catania e il Palazzo Chiaramonte Steri di Palermo. Nel 2021, contestualmente alla pubblicazione del libro ha esposto una mostra personale dal titolo “Frammenti di tempo” al Complesso Monumentale dello Spasimo a Palermo. Ultimo lavoro è la mostra “Azolo” al Museo Regionale di Arte Moderna e Contemporanea RI-SO di Palermo.