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Separazione carriere, Nordio: “Con riforma magistrati più imparziali”

ROMA – “Suona offensivo e bizzarro pensare che la separazione delle carriere sia punitiva per i magistrati”. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, dal palco di Atreju ha risposto alla critica principale mossa alla riforma costituzionale oggi all’esame del Parlamento.

Durante il dibattito ‘La via italiana per una giustizia giusta, più efficiente e più efficace’, il Guardasigilli si è confrontato con Giuseppe Santalucia, presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Mario Esposito, professore di diritto costituzionale dell’università del Salento, il magistrato Valerio De Gioia, il direttore de “Il Giornale” Alessandro Sallusti.

“La magistratura deve essere indipendente rispetto alla politica ma anche verso sé stessa – ha aggiunto il Ministro –; oggi la sezione disciplinare del Csm è costituita da persone che vengono elette dagli stessi magistrati”. Una stortura perché, ha detto ancora Nordio, “crea un vincolo tra elettore ed eletto che dà una percezione di non imparzialità”.

Il sistema delle correnti interne al Csm va insomma scardinato: secondo il Guardasigilli “sono essenziali per la dialettica interna e culturale della magistratura, quando però degenerano, come si è visto nello scandalo Palamara, allora bisogna trovare un correttivo”.

Tra le critiche mosse dal presidente Santalucia, quella per cui la Corte disciplinare, con la riforma, resterebbe unica per i magistrati giudicanti e requirenti. “Riunisce tecnici del diritto, pm e giudici”, ha risposto Nordio. “La parte togata è sorteggiata e quindi spezza il legame tra elettore ed eletto; si tratta di persone qualificatissime ab origine”.

Tra i temi caldi del dibattito, anche la responsabilità dei magistrati, strettamente legata alla previsione di un’Alta corte disciplinare. “Il 95% e passa di queste azioni finiscono nel nulla”, ha detto Nordio, aggiungendo che “tutti magistrati d’Italia sono giudicati eccellentissimi, bravissimi. Non esiste al mondo, credo, un organismo un cui ci sia il 100% di componenti al top”.

E sul referendum, dopo la doppia lettura in Parlamento entro la prossima estate, l’augurio del Ministro è “che sia il popolo a esprimersi anche perché non vorrei che, se si raggiungesse la maggioranza qualificata si pensasse a baratterie … diamo la parola al popolo”. Su una riforma “di cui parlo nei miei libri da oltre 30 anni”, ha sottolineato il Guardasigilli.

Lungo l’applauso della platea, quando Alessandro Sallusti ha ricordato che Giovanni Falcone era tra i sostenitori eccellenti della separazione delle carriere.

A margine dell’evento, il Guardasigilli ha risposto ai giornalisti, tra l’altro, sulla misura approvata nell’ultimo Consiglio dei ministri che vieta la pubblicazione delle ordinanze di applicazione di misure cautelari.

Il Ministro ha spiegato che si tratta di un provvedimento a tutela della presunzione di innocenza – principio da contemperare con il diritto di cronaca – e che “il segreto istruttorio, molte volte, serve sia per l’accuratezza e la complessità delle indagini, sia anche per la tutela della dignità del cittadino”.

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