Secondo la migliore tradizione spartitoria modus ante prima Repubblica, si consuma un assalto ovattato al governo della nostra beneamata e ridente nazione. I monti, il mare, il sole e le bellezze italiane, cittadini annessi non aspettano altro che essere governati da un nuovo assetto che con la bacchetta magica potrà risolvere i problemi di tutti e farci diventare tutti componenti della famiglia del Mulino Bianco. E sebbene alcuni cerchino di mascherare, le frenesie sono come i nodi che inesorabilmente vengono al pettine. Tutti aprono a tutti, tutti chiudono poi riaprono, e cio’ che prima era bianco ora può diventare nero. Della serie passata la festa gabbato lo Santo. Ora non sono più i cittadini protagonisti di una campagna elettorale atipica, con una legge parimenti elettorale assurda e stilata a tavolino per salvare gli insalvabili. Ed il Parlamento è senza maggioranza, e tutto sembra anche somigliare all’anatra zoppa, ossia quella vacatio legis che porta il paradosso ad un sindaco che eletto al secondo turno non ha la sua maggioranza dei consiglieri. Come sta accadendo ad Avezzano, in Abruzzo. E quindi questa anatra è sempre più zoppa, e cosa starà pensando Mattarella solo lui lo sà. Il dado sembrava tratto, quella che era la prima coalizione vincente, ossia il centrodestra è stata derubricata come vittoria esclusiva della Lega, che segue il movimento Cinquestelle, primo partito indiscusso della nazione. E così un risultato che ognuno lo adatta come meglio crede. L’unica certezza è che il PD ha perso voti, ha perso (forse) Matteo Renzi, ma non di certo la forza contrattuale per fare maggioranze. Ed ora a guida Martina vedremo se Emiliano che strizza l’occhio a Grillo non da ora riuscirà nel suo intendo di inciucio che porterà a modernizzare la sinistra italiana celebrando parimenti il deprofundis ed i Liberamedomine al Partito democratico. Poco importa per chi parla linguaggi diversi, e più attuali, per lo meno all’apparenza. Tolto di mezzo Renzi, l’accordo pentastellato sinistroide è sicuramente più vicino. Ma ora anche Salvini sembra smarcarsi dagli alleati cantando vittoria, dimenticando per un attimo che è in coalizione e che molti di Forza Italia hanno votato lega per protesta contro l’egemonia chiusa e ridicola delle dirigenze forziste azzurre arrancate su scranni di potere che non intendono lasciare a nessuno. Ora la partita è aperta, ma i protagonisti non sono i cittadini che dovranno stare a guardare e subire scelte ed equlibri. E forse alla fine faranno proseguire pure il garbato Gentiloni Silveri… Ai posteri le ardue sentenze.
Daniele Imperiale