E’ un libro gia’ letto in caso di calamita’, eppure stavolta provoca una risposta immediata delle forze dell’ordine, che arrestano i primi sciacalli. Il sisma ha apportato danni notevoli al patrimonio storico-artistico di cui era particolarmente ricca l’Aquila: tutte le chiese (oltre un centinaio), a partire dalle piu’ importanti basiliche, sono state dichiarate immediatamente inagibili per lesioni o crolli importanti assieme a palazzi storici nel centro storico compreso il Forte Spagnolo, uno dei simboli della citta’. Alla luce dei danni e delle vittime il sisma risulta il quinto terremoto piu’ distruttivo in Italia in epoca contemporanea dopo il terremoto di Messina del 1908, il terremoto di Avezzano del 1915, il terremoto del Friuli del 1976 e il terremoto dell’Irpinia del 1980. Nel solo capoluogo, risultano danneggiati 16.000 edifici e, di questi, 8.700 sono classificati ‘E’, cioe’ fortemente lesionati e quindi non agibili. L’allora premier Silvio Berlusconi si reca subito sul luogo della tragedia promettendo agli aquilani che “nessuno sara’ lasciato solo”. Nei primi mesi del post-sisma gli sfollati che hanno deciso di rimanere in citta’ vengono sistemati in numerose tendopoli, altri vengono ospitati negli alberghi della costa, altri ancora trovano riparo presso amici e conoscenti che vivono fuori dal capoluogo. Tra settembre e novembre la costruzione delle cosiddette “new town”, 19 quartieri di case antisismiche, vengono consegnate ai terremotati. Una citta’ nella citta’ che abbraccia praticamente tutte le periferie. Oggi, con la ricostruzione che va avanti, piu’ lentamente nelle frazioni, nei progetti Case e nei Map (moduli abitativi provvisori) vivono ancora alcune migliaia di persone in attesa di riavere la loro abitazione. Per gli studenti non va meglio: ancora oggi in molti seguono le lezioni nei Musp (moduli ad uso scolastico provvisorio). Sin dal XIV secolo L’Aquila e’ stata soggetta ad alcuni eventi tellurici di grave intensita’: Il 26 novembre 1461, dopo un terremoto di magnitudo 6.5, la citta’ fu interamente ricostruita, in stile rinascimentale. Poi ci fu il “Grande terremoto” del 14 gennaio 1703 quando gran parte dell’Aquila fu rasa al suolo. Per la ricostruzione furono adottati canoni tardo barocchi e gli edifici rinascimentali ricostruiti ex novo. Mantennero solo alcune facciate di chiese come Collemaggio (la basilica che fino al sisma del 2009 ha ospitato le spoglie di Papa Celestino V), e le mura medievali.(AbruzzoLive)