Il presidente dell’Ordine dei medici della provincia di Chieti, Ezio Casale, sollecita la Asl ad attivare in tempi rapidi interventi strutturali per il Pronto soccorso del “SS. Annunziata”, in modo da “migliorare le condizioni di sicurezza e di lavoro degli operatori e garantire un’accoglienza dignitosa ed efficiente per i pazienti. Serve un posto fisso di Polizia attivo 24 ore su 24 – afferma Casale – e, in ogni caso, un servizio di vigilanza costante all’interno del Pronto soccorso. Va rafforzata la dotazione di personale, soprattutto nei momenti di maggiore afflusso. L’area per il triage va adeguata, dedicando un apposito locale che garantisca il rispetto della privacy delle persone”.
“Già dal novembre 2007 – ricorda Casale – il Ministero della Salute ha inviato a tutte le Regioni la Raccomandazione n. 8 che sollecitava interventi di prevenzione degli atti di violenza a danno degli operatori sanitari. Nulla o quasi, però, sembra sia stato fatto in tutti questi anni nella nostra regione, né presso i presidi ospedalieri dei Pronto soccorso né presso le sedi di guardia medica. Oltre a denunciare quest’inerzia delle istituzioni sanitarie nella messa in sicurezza delle strutture e del personale che vi opera, che stride molto invece con l’efficienza dimostrata quando si tratta di imporre sanzioni, come nel recente caso che vede coinvolti i medici di continuità assistenziale, le riterremo moralmente responsabili di ogni ulteriore atto di violenza che malauguratamente dovesse verificarsi nei confronti del personale sanitario.”
Le federazioni nazionali degli Ordini degli infermieri e dei medici da alcuni anni stanno monitorando il fenomeno al tavolo dell’Osservatorio per la sicurezza e la prevenzione della violenza sugli operatori sanitari, istituito presso il Ministero della Salute: si evidenziano ancora, in alcuni casi, la totale assenza di segnalazione, mentre alcune realtà sanitarie si caratterizzano per un’attenzione mirata solo verso specifici eventi sentinella (ad esempio suicidio, cadute, atti di violenza a danno di operatore).
La prevenzione degli episodi di violenza a danno degli operatori sanitari richiede che l’organizzazione sanitaria identifichi i fattori di rischio per la sicurezza del personale e ponga in essere le strategie organizzative, strutturali e tecnologiche più opportune, diffonda una politica di tolleranza zero verso atti di violenza nei servizi sanitari, incoraggi il personale a segnalare prontamente gli episodi subiti e a suggerire le misure per ridurre o eliminare i rischi e faciliti il coordinamento con le Forze dell’ordine o altri soggetti che possano fornire un valido supporto per identificare le strategie atte a eliminare o ad attenuare la violenza nei servizi sanitari.