“Do la mia parola e la parola del governo che l’iva non aumenterà”. Lo dice il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio parlando all’assemblea di Confcommercio.
DI MAIO: “SALARIO MINIMO SOLO PER CHI ESLCUSO DA CONTRATTO”
“Dove vige il contratto collettivo ci sono i soggetti che stabiliscono il salario, per chi è fuori va garantito un salario minimo finché non si arriva ad una contrattazione”.
DI MAIO: “A CONFCOMMERCIO: TUTTI ONESTI FINO A PROVA CONTRARIA”
“Aboliremo gli strumenti come lo spesometro e il redditometro e inseriremo l’inversione dell’onere della prova. Perché siete tutti onesti ed è onere dello Stato provare il contrario”.
DI MAIO: “FINITA EPOCA DATORE CONTRO LAVORATORE”
“E’ finito l’epoca del datore di lavoro contro il lavoratore”
DI MAIO: “IMPRESE VANNO LASCIATE IN PACE”
“Una ricetta e una preghiera, per far decollare le imprese. La ricetta è lasciarle in pace”. “La preghiera- aggiunge- al Parlamento è non bombardate i cittadini di leggi, semmai alleggeriteli”.
ARRIVA ‘CONTRATTO’ DI CONFCOMMERCIO: LAVORO, FISCO E INFRASTRUTTURE
Anche i commercianti mettono in campo un loro ‘contratto’. Il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli nella sua relazione osserva: “a noi che facciamo sindacato i contratti piacciono sempre. E allora mettiamo in campo un contratto per la crescita: semplice, diretto concreto, in tre punti: lavoro, tasse, infrastrutture e innovazione“. Sulla tema fiscale Confcommercio sottolinea che “il recupero dell’evasione dell’elusione e una coraggiosa spending review sono le condizioni per un percorso concreto e paziente di riordino, semplificazione e soprattutto riduzione delle tassazione. Non è possibile- attacca Sangalli- che le tasse portino via il 63% delle entrate di un’impresa”.
SANGALLI: “SCELTE OLTRE CONTINGENTE, NO MERO TORNACONTO”
“Chiediamo scelte che superino il contingente, anche perché, come ha sostenuto il presidente Conte in sede di fiducia al Senato, la risposta da parte della politica soltanto ‘al bisogno immediato rischia di tramutarsi in mero tornaconto’”. Lo sottolinea il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, aprendo l’assemblea 2018. E avverte: “come in un mosaico, se sei dentro alla dinamica delle tessere puoi capire gli intrecci. Ma, se non alzi lo sguardo, ti sfugge la prospettiva generale, indispensabile quando il cambiamento è rapido e profondo”.
SANGALLI: “PREOCCUPATI DA SALARIO MINIMO”
“Per noi la via maestra resta il reddito che viene dal lavoro. Lavoro dignitoso e salario giusto“. Sangalli affronta quindi il tema del salario minimo esprimendo “la preoccupazione che questa misura finisca per disperdere un patrimonio di relazioni e traguardi ottenuti. C’è in gioco la consolidata storia di contrattazione collettiva del nostro Paese. Anche per questo- osserva- serve pesare la rappresentanza, valorizzando i contratti più diffusi e rappresentativi, che offrono anche un percorso di welfare di matrice contrattuale, in grado di razionalizzare e migliorare la stessa spesa sanitaria e previdenziale“, conclude.
SANGALLI: “SULL’IVA NON SI TRATTA E NON SI BARATTA”
“Sull’Iva non si tratta e non si baratta”. Così il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli si rivolge ai ministri presenti all’assemblea di Confcommercio. Si parla, aggiunge, di “clausole di salvaguardia. Ma la vera salvaguardia, la vera garanzia per imprese e cittadini è difendere i loro redditi, il potere d’acquisto, la competitività diffusa delle imprese”.
SANGALLI: “ITALIA VULNERABILE E CORAGGIOSA”
L’Italia è “vulnerabile e coraggiosa al tempo stesso”. “Vulnerabile nei fondamentali. L’eccesso di pressione fiscale e l’eccesso di burocrazia, la consuetudine a interpretare le regole piuttosto che a rispettarle, una logistica sottovalutata nelle sue potenzialità e maltrattata nella sua governance. Sono questi- continua Sangalli- i principali nodi che strozzano la ripresa ogni volta che sta per prendere fiato. Quando la ripresa faticosamente emerge, resta insufficiente per ossigenare l’economia. E’ insufficiente. Perché talmente esigua da restare nel recinto delle statistiche, perché incapace di dare calore e fiducia alle attese di famiglie e imprese”. Per Confcommercio “dobbiamo presto tornare a crescere a ritmi che forse ormai abbiamo dimenticato. Dobbiamo trasformare l’attuale ripresa in una crescita concreta e duratura, da collocare tra il 2 e il 2,5% annuo. Serve per ricucire le crescenti distanze tra il Mezzogiorno e il resto del Paese. Serve per ridurre l’area della povertà assoluta, dolorosamente in espansione. Serve- conclude- per recuperare a una degna occupazione tanti italiani che l’hanno persa o che non l’hanno mai trovata”. (Dire)