Il Convegno offre l’opportunità di promuovere un collegamento tra comunità scientifica vulcanologica e chi si occupa della pianificazione territoriale e della gestione delle emergenze, con l’obiettivo di costruire un luogo di confronto e integrazione di esperienze tra le città sui vulcani.
Organizzato sotto l’egida dell’Associazione Internazionale di Vulcanologia IAVCEI (International Association of Volcanology and Chemistry of Earth Interiors), il congresso si tiene ogni due anni, sempre in una località esposta al rischio vulcanico. Quest’anno torna in Italia, vent’anni dopo la prima edizione che fu organizzata a Roma e Napoli.
La manifestazione prevede ben 13 workshop, di cui uno direttamente sul Vulcano di Stromboli e 2 field trip per visitare i principali vulcani attivi italiani quali Vesuvio, Campi Flegrei, Eolie ed Etna, strettamente legati agli obiettivi della Science and Technology Roadmap a supporto di quanto prevede il documento Sendai Framework per la Riduzione del rischio catastrofi 2015-2030. Più di 1100 gli abstract organizzati all’interno di 55 Sessioni e 3 Symposia.
“Il congresso Cities on Volcanoes 10”, afferma Roberto Isaia, Presidente dello Steering Committe COV 10 e ricercatore INGV “offre l’opportunità a circa 1000 partecipanti, tra scienziati, operatori di Protezione Civile, giornalisti ed educatori di oltre 50 paesi del mondo, di confrontarsi sulle strategie volte a promuovere una convivenza virtuosa tra uomo e vulcani. La presentazione di ricerche multidisciplinari e di esperienze dirette, tra cui il racconto della recente eruzione avvenuta alle Hawaii, porranno l’attenzione sulla resilienza dell’uomo al rischio vulcanico e come i vulcani abbiano rappresentato, e possono rappresentare, una risorsa più che un problema”.
La Città Metropolitana di Napoli, con più di 3 milioni di persone e una densità di popolazione di circa 2,700 abitanti/km2, è la Città sui Vulcani per eccellenza. Con due vulcani esplosivi attivi, Vesuvio e Campi Flegrei, e l’isola vulcanica di Ischia, l’area napoletana è una delle regioni caratterizzate dal rischio vulcanico più alto al mondo.
“Il COV 10 a Napoli rappresenta un importante appuntamento per la comunità internazionale che si dedica agli studi di pericolosità e rischio vulcanico”, afferma il Presidente dell’INGV Carlo Doglioni. “Il Congresso, infatti, vuole porre l’attenzione sui meccanismi di accumulo e risalita dei magmi che provengono dal mantello terrestre e che producono in superficie una varietà di fenomeni vulcanici controllati in particolare dalla composizione chimica, temperatura e viscosità dei fusi mantellici. Ogni vulcano comporta una diversa pericolosità e necessita di una resilienza specifica dell’uomo. È quindi necessario monitorare con sempre maggiore attenzione le aree vulcaniche con tutte le tecniche analitiche moderne a disposizione, dai movimenti registrabili dalle stazioni sismiche, i dati GPS (sistema di posizionamento globale),
l’interferometria satellitare, l’idrogeochimica e le temperature dei fluidi, fino alla petrologia dei magmi, la stratigrafia eruttiva e la tettonica, per arrivare a produrre modelli evolutivi affidabili. Napoli è un laboratorio dove la ricerca scientifica è indispensabile per una coabitazione consapevole con il rischio vulcanico, un’area in cui la storia millenaria di convivenza con il Vesuvio, i Campi Flegrei e Ischia hanno profondamente inciso nella cultura e nell’arte, determinando una peculiare filosofia di vita, dove il fatalismo ha contribuito a generare poesia, musica, gioia e malinconia nei suoi abitanti”.
Il programma scientifico del congresso prevede quattro giorni di lavori in sessioni parallele, e una giornata di studi sul terreno, nel corso della quale i partecipanti avranno l’occasione di visitare i diversi vulcani campani e di coglierne le complesse relazioni con il territorio.
I ricercatori si confronteranno sui processi decisionali e la pianificazione dell’emergenza, sul tema dei vulcani in fase di riposo, e di come i lunghi periodi di quiete influenzino la consapevolezza delle comunità residenti e le strategie di mitigazione del rischio; si parlerà di pianificazione urbana e di vulnerabilità in aree che, come Napoli, sono densamente popolate ed esposte al rischio vulcanico. Si discuterà anche di comunicazione della scienza in relazione al rischio vulcanico e del ruolo di scienziati, autorità territoriali e mass media.
A fianco del programma scientifico, il programma parallelo che prevede: l’incontro fra il sindaco di Napoli e quello di Kagoshima, in Giappone, a suggellare un gemellaggio scientifico fra due grandi città esposte al rischio vulcanico; l’esposizione di lavori prodotti dagli studenti delle scuole nell’ambito di percorsi di educazione al rischio promossi dal Dipartimento della Protezione Civile e dalla Regione Campania; la mostra sulla distruzione di Mascali ad opera dell’eruzione dell’Etna del 1928. I congressisti potranno inoltre visitare la sala di sorveglianza dell’Osservatorio Vesuviano.
“Il convegno”, conclude il Presidente dell’INGV Carlo Doglioni, “è anche l’occasione per importanti collaborazioni con altri enti culturali napoletani: presso la Città della Scienza si svolgerà un incontro di approfondimento, rivolto agli insegnanti, sulla famosa eruzione vesuviana del 79 d.C. e sul rapporto uomo-vulcano nella preistoria; al Museo d’Arte Contemporanea MADRE, invece è stato possibile inserire informazioni a carattere vulcanologico a commento della mostra temporanea Madre Pompei@Madre. Materia Archeologica. Le Collezioni (prorogata dal 24 settembre 2018 al 7 gennaio 2019)