Il nuovo ponte sul Polcevera di Genova sarà in acciaio, avrà un passo più breve del precedente e “dovrà durare mille anni. E questa non è una metafora“. Avrà quattro corsie più quelle di emergenza e “di certo sarà costruito in tempi brevi, ma questo non vuol dire che sarà costruito in maniera frettolosa”. L’archistar e senatore a vita Renzo Piano (che peraltro è genovese) stamane in una conferenza stampa nella sede della Regione Liguria, ha riassunto così il suo progetto per il nuovo ponte cittadino, dopo il crollo del viadotto Morandi del 14 agosto scorso.
Da quando c’è stata quella tragedia e il sindaco Marco Bucci ha chiamato Piano in aiuto, l’architetto confessa di “non aver pensato ad altro”. In tre settimane, infatti, ha fatto il lavoro. “Non è impossibile”, pensare che possa durare mille anni, sottolinea l’architetto, e comunque “credo sarà in acciaio, in modo da essere più accessibile, manutentibile”. Anzi, riprendendo le parole del governatore Giovanni Toti, Piano parla di un ponte “normale”, visto che “i ponti normali non crollano”. Ma deve essere anche “semplice e parsimonioso, il che ma non va inteso come banale”, prosegue il senatore a vita. E sarà anche un’opera che celebra il carattere di Genova che è “ritrosa e pudica”, va avanti Piano: “Genova è superba e lo è perché è grande perché è sopra, non si è mai persa”.
Inoltre l’infrastruttura “deve avere qualcosa che ricordi il lutto che lo elabori. Ha trascinato con sé 43 vittime, ha creato 600 sfollati, ha spaccato la città”. Insomma, “è come se fosse caduto tante volte”. Anche per questo, per farlo diventare un simbolo, il ponte sarà “chiaro, vicino al bianco, come una nave” e sarà avrà tecnologia in grado di “catturare la luce durante il giorno e restituirla la notte, perché deve rassicurare la città”. Quanto all’area del Polcevera, per Piano, va riqualificata ma “dimostrando che Genova sa trasformarsi construendo nel costruito. Ci devono essere dei concorsi per l’area perché è una grande occasione da cogliere”.