Nel dettaglio, su un totale di 32.427 partecipazioni detenute dalle amministrazioni pubbliche, 18.124 sono risultate non conformi al TUSP e quindi avrebbero dovuto essere oggetto di provvedimenti di razionalizzazione. Fra queste ultime, per il 37% sono stati adottati interventi in tal senso; per quanto riguarda un ulteriore 46%, le amministrazioni hanno dichiarato di volerle mantenere senza prevedere interventi di razionalizzazione; mentre nessuna indicazione è stata data per il 17% delle partecipazioni residue.
Il Rapporto registra altresì che 3.117 partecipazioni sono state dichiarate cedibili dalle amministrazioni partecipanti. Per 572 casi (il 18% del totale) è stato comunicato il buon esito della procedura, anche a causa delle molteplici incertezze riscontrate nella prassi operativa di scelta della modalità di individuazione dei potenziali acquirenti.
Per 568 partecipazioni, inoltre, le amministrazioni hanno comunicato nei provvedimenti di revisione straordinaria la volontà di esercitare il diritto di recesso dalle società entro il 30 settembre 2018, ma soltanto in 178 casi (pari al 31%) è stato poi effettivamente comunicato l’esito positivo della procedura.
Le alienazioni e i recessi posti in essere hanno generato per le amministrazioni interessate introiti pari a circa 431 milioni di euro.
Ultimato il monitoraggio relativo alla revisione straordinaria, l’attività della Struttura continua con la rilevazione dei provvedimenti di razionalizzazione periodica delle partecipazioni, come previsto dall’articolo 20 del TUSP, nella consapevolezza, avvalorata dal Rapporto, che esiste un potenziale di ulteriori interventi di razionalizzazione sul sistema delle partecipazioni pubbliche che, se coerentemente realizzati, potrebbero determinare effetti di maggiore impatto sulla finanza pubblica“.
Altre info possono essere consultate sul portale web del Dottor Lamberto Mattei: www.lambertomattei.info