Nella storia repubblicana non esiste ministro che abbia lasciato importanti poltrone per gettare il sasso in uno stagno di dubbia prevedibilità circa gli effetti.
Poteva essere impensabile dunque che il Movimento cinquestellato facesse l’accordo con il Partito Democratico, quindi Salvini si sarebbe cullato su questi allori? Non riteniamo che la Lega ed i suoi apparati possano essere tanto leggeri nel valutare gli effetti di atti politici, in relazione alla interpretazione della legge italiana parlamentare.
Il presidente Mattarella, più per vocazione rituale era ovvio che facesse del tutto per evitare elezioni, e forse il ruolo del Quirinale è più attivo di quanto si possa pensare in questa fase così delicata. E’ in gioco il prossimo presidente, e la sinistra che da sempre elegge il Capo dello Stato certo non ne voleva sapere di rinunciare a questa opportunità. E dunque cosa ha fatto Salvini? Ha scoperto gli altarini, di ammiccamenti, manovrine di intesa che andavano avanti da tempo e che ora sono dovute venire alla luce del sole anche se ob torto collo.
L’elettorato Rousseau, i cui esiti di piattaforma non ci capisce da chi siano verificati e certificati, darà sicure indicazioni per un Si, anche se con margini risicati. Su questo ci si può scommettere. Non perchè sia la volontà di una base tratta in inganno quello vero da uno dei più saccenti e spocchiosi politici che l’Italia abbia mai avuto: Gigino Di Maio.
Quanto alle prerogative del movimento, ci può stare che da mazziato vuole diventare mazziatore, e quindi tutti uniti per il bene dell’Italia e degli Italiani, si sacrificano ora per darci un governo composto da una maggioranza opposta al volere degli italiani. E’ il sistema, non è illegale di certo ma cosa accadrà dopo il giuramento in pompa magna? Non saranno rose e fiori con il Conte bis, al quadrato, o come lo si voglia chiamare.
Il premier Giuseppe Conte, in tutta questa storia è comunque una figura rassicurante per gli italiani prescindendo anche dalle sue posizioni politiche. Conte piace, Di Maio no. Il vero problema è proprio lui.
Quanto agli altarini scoperti da Salvini, siamo solo all’inizio, probabilmente le posizioni diametralmente opposte su molti fronti tra Pd e M5S verranno fuori, anche se il comune denominatore delle poltrone potrebbe tenerli a lungo belli saldi e compatti. La politica è l’arte del possibile, ma anche dell’impossibile. Non è escluso il voto a Maggio 2020. Ai posteri le ardue sentenze.