“Le donne in gravidanza non devono bere nessun tipo di alcolico“, dice senza se e senza ma Patrizio Veronelli, vicesegretario del Cipe Lazio che ha riunito a Roma tutto il team di lavoro nella sede dell’Enpam. Il manifesto in questo senso è chiaro: “Non esiste una quantità minima di alcol che può essere considerata sicura durante la gravidanza”. E per sincerare le famiglie della bontà di queste affermazioni, fornisce un elenco di siti web affidabili sia delle istituzioni che delle società scientifiche.
L’Italia ha un primato in tema di Fas: il primo studio mondiale è stato fatto proprio dalla Regione Lazio e ha mostrato che il Bel Paese è al secondo posto in Europa per incidenza di sindrome feto-alcolica e al quinto posto nel mondo. “Questa ricerca è la storia di un lungo viaggio partito nel 2002 a San Francisco- racconta alla Dire Mauro Ceccanti, direttore del Crarl- grazie ad una collaborazione con il National Institutes of Health (Nih). Un’avventura poi proseguita in Sud Africa, dove abbiamo imparato come esaminare i bambini e, infine, arrivata nel Lazio nel 2005-2006 con uno studio su 2.000 bambini di prima elementare. In base alle alterazioni morfologiche, soprattutto del capo ma non solo, individuate dagli esperti dell’Nih e in collaborazione con gli esperti italiani- ricorda Ceccanti- siamo arrivati a selezionare un gruppo di bambini sottoposto ai test psicometrici. I risultati, successivamente presentati ad una conferenza in New Mexico, hanno rilevato che su 1.000 bimbi esaminati 48 avevano uno spettro della Fas e 8 una sindrome Fas completa e gravissima”.
(Agenzia Dire – www.dire.it)