Renzi dopo l’accordo con il M5s si riprende la scena da primo attore, è un fiume in piena a Porta a Porta

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Roma – C’è voluta la saccenza e le terga poltronate del Luigino nazionale per riportare sulla scena principale Matteo Renzi. Già presidente del Consiglio con il Partito Democratico, Renzi sembrava dover essere relegato a ruoli di ultimo piano. Messo sui banchi senatoriali così sic et simpliciter. Ed è lui che è stato il vero fautore nelle file del PD dell’accordo con i grillini. Zingaretti è entrato in una fase successiva dispensando discorsi di una ovvietà tale da far rabbrividire chi lo ascolta. Per il resto nulla quaestio sulla politica del Pd che comunque riprende quota e torna al governo, non è certo colpa loro se alcune poltrone si sono spontaneamente liberate ed il sistema politico nazionale consente comunque di trovare maggioranze parlamentari, non necessariamente in linea con i risultati politici delle varie tornate elettorali. E’ la legge. E Matteo Renzi lo sapeva molto bene. Una scissione annunciata in concomitanza con la nomina dei sottosegretari che era probabilmente già in itinere da tempo. Certe decisioni non si maturano così alla spicciolata. Ed ora la politica si interroga sui perchè e sui percome. Beh il Renzismo non è affatto finito ed anzi con Italia Viva, questo il nome del nuovo movimento politico che ha annunciato nel corso dell’intervista con Bruno Vespa nella puntata di Porta a Porta di ieri sera.

E’ un fiume in piena, un Matteo rinvigorito e rititolato a parlare a tutto campo. E’ il terzo soggetto politico di riferimento, che ha offuscato la scena anche dell’ex presidente del Senato Pietro Grasso, prono sulle posizioni del Pd. Ora Renzi è ago della bilancia, e quindi all’indomani della sua decisione intrapresa con una quarantina di parlamentari destinati ad aumentare, chiama Contebis e lo “rassicura”. E’ già una forte presa di posizione di potere che gli è stato conferito dal Luigino Nazionale e suoi. Da detrattori a conferitori di potere. Certo la figura del Movimento non è delle migliori, pur volendo giustificare il “bene del paese” una terminologia di una ovvietà tale degna della migliore tradizione ante prima Repubblica che gli era tanto distante e che oggi gli appartiene a primo titolo. Oggi i capi politici sono: Di Maio, Zingaretti e Renzi. E certo lo stesso Renzi durante l’intervista con Vespa non perde occasione per lanciare bordate verso Salvini, che sono talmente eccessive tali da sembrare degne di un dibattito da portare a Forum. Ai posteri le ardue sentenze.

 

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