Dunque un provvedimento bandiera che aveva una sua logica quando i pentastellati avrebbero dovuto aprire il parlamento italiano come una scatoletta di tonno. Ma si è aperta l’albicocca e tutti ci sono entrati dentro. Quindi ora parola d’ordine: dare un ruolo minore ai politici del futuro. Tanto noi oggi ci stiamo, domani si vedrà. Il rampante e saccente capo grillino con questo traguardo ormai raggiunto ha ritrovato quelle smorfie intrise di alterigia che lo caratterizzavano ante governo giallorosso. Poi un pò di penne abbassate per aver messo in atto il compromesso storico diametralmente opposto alla linea politica della trasparenza.
Le dirette screening delle trattative politiche con il Pd le ricordiamo nel confronto con Renzi Bersani, allora conclusa con un nulla di fatto: i linguaggi erano totalmente distanti. Oggi invece tutti parlano la stessa lingua. Merito della quarta repubblica dove l’arte del possibile regna sovrana.
Bene invece in “non aumento” dell’Iva che incombeva sugli italiani, Conte in ogni modo è il vero vincente di questi travagli politici. Ha acquisito una centralità ed è comunque apprezzato e stimato più dal centro destra che dallo stesso Pd che lo vede come un fumo negli occhi. Ai posteri le ardue sentenze.