ROMA, 15 ottobre – ”La crisi economica del terzo millennio stimola riflessioni e ci prepara a nuove sfide che da un lato ci vedono protagonisti del progresso della scienza e della tecnica, dall’altro ci riconducono alle origini e soprattutto sensibilizzano la nostra attenzione sulla fragilità dell’essere, ovvero colui che soffre e non solo perché affetto da patologie, soffre doppiamente, poiché consapevole della sua malattia e certo di non poter provvedere alla cura della stessa per mancanza di redditualità. Ecco perche’ abbiamo voluto portare il progetto Pimos (Progetto Italiano Medico Odontoiatrico Sociale) nei comuni, in una collaborazione fattiva con l’amministrazione comunale per aiutare i cittadini meno abbienti in base all’ Isee”. Con questa premessa e’ stata presentato oggi a Roma, nel corso di un incontro con alcuni amministratori locali, medici, operatori del sociale, il progetto che il prof. Filippo Fordellone, presidente di Pimos, intende portare avanti con le amministrazioni comunali. ”Da queste riflessioni nasce l’esigenza di costruire percorsi sanitari d’intesa con le amministrazioni comunali – ha spiegato Fordellone – che possano, da un lato, dedicare attenzioni alle problematiche dei lavoratori (con lo scopo di tutelare la loro salute e rendere sereno e produttivo il loro permanere nel luogo di lavoro), alimentando, forme di welfare innovative ed efficace, dall’altro, sostenere in percorsi assistenziali garantiti e convenienti per le famiglie ( che per effetto della crisi economica rinunciano quotidianamente alle cure basilari ed alla prevenzione), senza mai, però, dimenticare i numerosissimi fragili per reddito che si trovano in uno stato di totale abbandono rispetto allo stato di ”non salute”. Pimos propone forme innovative di assistenza sanitaria, medica e odontoiatrica con un’alta connotazione sociale secondo un core-business che prende in esame la redditualità del paziente e nella fattispecie il modello ISEE. Attraverso la distribuzione di una CARD si passa da un concetto di fidelizzazione ad un pacchetto precaricato, ad una forma di welfare ad un prodotto sussidiario solidale che ”gia’ alcuni comuni stanno cominciando ad apprezzare”, ha tenuto a sottolineare il prof. Fordellone.