Presentata a Roma l’indagine “In rete con ragazzi”

Gabrielli agli studenti in platea: "Pensate prima di chattare, non siate webeti o smombie"

ROMA – “Poliziotti e pediatri, dopo i genitori, sono le persone più affidabili per i bambini. Se avete dubbi rivolgetevi a loro piuttosto che agli utenti che incontrate sulla rete”. Alberto Villani, presidente della Società italiana di pediatria (Sip), offre un consiglio preciso alla platea di 250 studenti raccolti nella Sala Teatro Umberto per la presentazione dell’indagine ‘In rete con i ragazzi’ a Roma.

Gli fa eco il capo della Polizia di Stato, Franco Gabrielli, che aggiunge: “Le persone consapevoli dipendono meno dagli altri. Mutuando una bellissima canzone che ormai fa da colonna sonora di tutti gli appuntamenti di lotta alla mafia, ‘Prima di sparare pensa’, prima di chattare e mettere like pensa, perché quella modalità così semplice e immediata può avere conseguenze negative”.

Per il capo della Polizia di Stato la responsabilità è una “parolina magica, in quanto la consapevolezza si costruisce nel tempo e la velocità di oggi ci richiede di imparare. Se nei primi 50 anni del XX secolo è avvenuto tutto e non e cambiato niente, nei secondi 50 anni invece non è avvenuto niente ed è cambiato tutto. Oggi il mondo corre ad una velocità incredibile- ricorda agli studenti- io sono un primitivo digitale ma oggi non esiste una dimensione privata ed una pubblica”.

Gabrielli invita i giovani a difendersi usando la App YouPol: “È un valido strumento per chiedere aiuto”, inaugurato 2 anni fa e pensato per i ragazzi che hanno la possibilità di segnalare fenomeni di bullismo e spaccio di droga davanti alle scuole. All’improvviso una studentessa rivolge una domanda a Gabrielli: “Lei li sgrida mai i suoi figli quando stanno sui social?”. I figli di Gabrielli ormai “sono grandi, ma ho la fortuna di avere ragazzi consapevoli. Sono un padre un po’ poco presente e non ho la continuita del rapporto con i figli e di questo non me ne faccio una nota di merito. Loro sono per me un canale di informazione impressionante. Si è rovesciato il rapporto- precisa- prima spiegavo io a loro le cose, ora sono loro che le spiegano a me”. In ogni caso non li ha mai sgridati.

Ma Gabrielli saluta gli studenti con una curiosità: “Sono stati creati due neologismi: ‘Smombie’ per definire gli utilizzatori di smartphone che vivono come zombie, e ‘webeti’ che mette insieme i termini web ed ebete. Il presidente dell’Anci ha ricordato che spesso le persone scaricano la frustrazione in maniera violenta sui social, ma poi nel face to face perdono questa virulenza. È uno sdoppiamento della personalità e una violenza- conclude Gabrielli- che non devono continuare”. (www.diregiovani.it)

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