NAPOLI – “Marano non vuole essere per i suoi ragazzi la città che ha ucciso Giancarlo Siani, ma la città che lo ricorda, che fa aprire gli occhi ai suoi figli e figlie, racconta con la musica, il teatro e il cinema, storie di speranza, di coraggio e di impegno civile”.
Il concorso, dedicato alle scuole superiori e giunto alla seconda edizione, ha visto i ragazzi cimentarsi nella produzione di uno spot pubblicitario dedicato ad un monumento a loro scelta nell’area metropolitana della propria scuola. I migliori sono stati premiati alla presenza del sindaco Rodolfo Visconti nell’auditorium dell’istituto ‘Socrate’ dedicato a Giancarlo Siani. Ed è proprio all’opera del giornalista ucciso dalle mani della camorra maranese che D’uonno collega lo spirito del festival:
“quello di Giancarlo è un esempio attuale e reale. Ci insegna ancora che chi fa il proprio lavoro con coscienza, chi fa la propria parte, contribuisce a cambiare le cose. Lui non voleva essere un eroe, faceva semplicemente la propria parte. Questa è la sua eredità che spinge anche noi a fare la nostra”, ha detto il direttore artistico.
Il Marano spot festival da 22 anni è il festival della comunicazione sociale dei ragazzi, che si impegna, tramite il linguaggio della settima arte, a incoraggiare i giovani a esprimersi, a raccontare le loro storie, a far diffondere con i loro talenti i valori del vivere insieme, del rispetto degli altri, della legalità, dell’attivismo sociale contro le mafie e, nel rifiuto della camorra. Quest’ultima, piaga non solo maranese ma di tutto il territorio, viene affrontata parlandone con i ragazzi e le ragazze e cercando di trasmettere i valori della convivenza civile proiettando, ad esempio, 28 film sulla Costituzione e incontri con chi continua a far camminare i valori dell’antimafia – come don Luigi Ciotti che arriverà a Marano giovedì – e, soprattutto, lasciando i ragazzi liberi di esprimersi e dandogli anche una seconda possibilità.
“La manifestazione quest’anno abbiamo voluto iniziasse simbolicamente sull’isola di Nisida, sede del carcere minorile- ha aggiunto D’uonno– questo perché lo scopo è quello di arrivare a tutti i ragazzi. È troppo facile curare i sani, rimproverava don Milani, dobbiamo curare anche i malati”.