Il report 2019 su Il diritto d’asilo, come nelle passate edizioni, è curato da un’équipe di persone che, oltre ad essere seri studiosi di questi temi, nel corso degli anni hanno seguito e continuano a seguire direttamente e concretamente i richiedenti asilo e i rifugiati nel nostro Paese. Si tratta di autrici e autori che si lasciano “toccare e interrogare” dalle sofferenze e dalle contraddizioni che le persone in fuga nel mondo portano scritte nei loro volti e nei loro corpi.
Con questo animo, i diversi capitoli del rapporto spaziano dalla dimensione europea a quella nazionale, estendendosi anche alle sponde a sud del Mediterraneo per analizzare le conseguenze delle politiche di esternalizzazione, e anche quest’anno si fanno guidare dalle parole e dal Messaggio di Papa Francesco per la 105ª Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato (celebrata il 29 settembre 2019 in piazza San Pietro), che già nel titolo porta un monito fondamentale: Non si tratta solo di migranti, ma appunto di tutti noi e dell’idea di società, umanità, comunità, città e Paese che abbiamo.
Su queste basi, si è voluto dedicare l’approfondimento del volume all’Italia che “resiste” e che accoglie, fin troppo trascurata dai riflettori della politica e dei media, sottolineando l’esigenza di una nuova “politica della somiglianza” che superi i rischi della contrapposizione amico-nemico.
Il volume è poi articolato in tre sezioni principali:
· la prima ha uno sguardo rivolto all’Europa: da una parte, ricostruisce il quadro delle guerre, delle situazioni di tensione, degli attentati terroristici e di violazione dei diritti umani, insieme alla ricostruzione delle rotte principali percorse da chi cerca di entrare e chiedere asilo nell’UE; dall’altra parte prova a fare il punto rispetto alle politiche di esternalizzazione che sono divenute un robusto pilastro dell’intera politica migratoria europea, andando a recuperare la precoce esperienza della Spagna per confrontarla con le più recenti evoluzioni che hanno coinvolto Paesi terzi extraeuropei, in particolare in Nordafrica (Marocco e Tunisia);
· la seconda approfondisce le questioni di esternalizzazione fra Europa e Italia: si parte da un’analisi degli accordi di collaborazione internazionali e nazionali con la Libia, proseguendo con il caso del Niger come sintomatico della convergenza sull’esternalizzazione tra Unione europea ed Italia;
· la terza e ultima sezione si rivolge all’Italia. Qui, al centro dell’attenzione si trovano le conseguenze del primo decreto “sicurezza e immigrazione”: che cosa significa aver abolito la protezione umanitaria e a quali contraddizioni, tra enunciazioni ed effetti reali, questa abolizione conduce? Ma anche: che cosa sta comportando la trasformazione dello SPRAR in SIPROIMI, ben più che un semplice cambio di etichetta?
Ogni sezione quest’anno è accompagnata da un approfondimento statistico specifico su Europa, Africa ed Italia e le questioni riguardanti il diritto d’asilo e la protezione internazionale.
L’augurio, come gli anni precedenti, è che questo rapporto possa contribuire a costruire un sapere fondato rispetto a chi, nel mondo, è costretto, per varie cause, a fuggire dal proprio Paese, e cerca di raggiungere il nostro continente e il nostro Paese. E che possa esserci d’aiuto a “restare umani”, ad aprire la mente e il cuore allontanando diffidenza e paura.