ROMA – Sarà il Parlamento a decidere sull’adesione dell’Italia alla riforma del Mes, il meccanismo di stabilita’ europeo. La maggioranza giallorossa prende altri dieci giorni di tempo prima di decidere sulla contestata riforma. Al termine di un lungo vertice a Palazzo Chigi (presieduto dal premier Giuseppe Conte, presenti i ministri Gualtieri, Franceschini, Di Maio, Speranza, Amendola, Patuanelli) conclusosi intorno alla mezzanotte, la maggioranza ha deciso che in vista della prossima riunione dell’Eurogruppo prevista per il 4 dicembre, il Governo affronterà il negoziato riguardante l’Unione economica e monetaria seguendo una “logica di ‘pacchetto’”. “Ogni decisione diventerà in ogni caso definitiva – si legge in una nota di Palazzo Chigi- solo dopo che il Parlamento si sarà pronunciato a partire dalle risoluzioni che saranno approvate l’11 dicembre, in occasione delle comunicazioni che il Presidente del Consiglio renderà in vista del prossimo Consiglio Europeo. Tutto questo in linea con i punti 12) e 13) della risoluzione del Parlamento approvata il 12 giugno 2019″. Soddisfatto per l’esito della riunione il capodelegazione del Pd al governo Dario Franceschini, che sottolinea come sia andato “bene l’incontro sul Mes.
Nessuna richiesta di rinvio all’Ue ma un mandato che rafforza il ministro Gualtieri a trattare al meglio l’accordo sul tavolo europeo già dal 4 dicembre. Ovviamente sarà poi il Parlamento a pronunciarsi definitivamente sulle decisioni assunte”. Fonti M5s spiegano che “il parlamento è sovrano ed è un bene che si sia deciso di non dare nessuna luce verde fino a quando il parlamento non ne discuterà. È il parlamento che parla per primo. Per noi noi tante cose nell’Unione Economica e Monetaria vanno riviste”.
Oggi l’informativa di Conte alla Camera
Intanto, c’è grande attesa oggi per l’intervento del premier Giuseppe Conte alla Camera. Nei giorni scorsi sul fondo salva Stati si è scatenato un polverone di polemiche nei confronti del premier, con Matteo Salvini che lo ha accusato di “alto tradimento”, imputandogli di aver assunto un impegno internazionale senza richiedere la posizione del Parlamento e di regalare in questo modo i risparmi degli italiani alle banche tedesche. Conte ha annunciato una querela nei suoi confronti. Anche da parte del M5s sono arrivati altolà a non firmare la riforma del Mes, da ultimo ieri Luigi Di Maio che ha invitato a non firmare la riforma del Mes “al buio”.
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