Roma – “Il decreto Alitalia non rappresenta un punto di arrivo, ma solo una stazione intermedia, l’ennesima, di una lunga via crucis che vedrà altri esborsi da parte dei cittadini e che, alla fine, con ogni probabilità, si concluderà con l’ingresso dello Stato nel capitale Alitalia. Cosa che noi ovviamente non auspichiamo non credendo nella nazionalizzazione delle perdite ma in una soluzione di mercato. Forza Italia non può votare a favore di questo decreto ma per il forte senso di responsabilità che ha sempre caratterizzato la sua azione politica e in considerazione del fatto che Alitalia è un asset strategico per il nostro paese e il personale un patrimonio da tutelare, ci limiteremo ad una sofferta astensione, augurandoci che a breve questo Governo sia in grado di tracciare una rotta sensata, un ossimoro rispetto alle sue capacità”.
Lo ha detto Federica Zanella, deputata di Forza Italia, intervenendo in Aula, in dichiarazione di voto sul DL Alitalia.
“900 milioni bruciati, una sequenza infinita di proroghe, nessuna trattativa di cessione andata in porto, nessun piano industriale in vista: è questo il bilancio, amaro, dal 2017 a oggi, su Alitalia, frutto di una mancanza di lungimiranza e mancanza totale di strategia. I nostri appelli, con i quali abbiamo chiesto più volte, una strategia per salvare e rilanciare Alitalia, che andasse oltre gli slogan elettorali e che soprattutto tenesse in considerazione ogni singolo euro che grava sulle tasche degli italiani, sono rimasti lettera morta. Oggi, ci troviamo di fronte ad un’ulteriore richiesta, l’ennesima, di 400 milioni di euro, da versare ‘in bianco’ nelle casse dell’azienda che brucia 900 milioni di euro al giorno”, spiega.
“Il governo Conte2 ha l’enorme responsabilità di avere fatto naufragare la costituzione del consorzio che già da maggio avrebbe potuto acquisire e operare per rilanciare la compagnia di bandiera. Nonostante Atlantia abbia infatti ribadito di non essersi sfilata come asserito dal ministro Patuanelli e anzi abbia dato disponibilità a proseguire il confronto, il medesimo Patuanelli ha ribadito anche la scorsa settimana che continuare a parlarne è inutile. Quindi per pregiudiziali ideologiche, come per Ilva, si stanno mettendo a rischio 12000 posti di lavoro. La confusione è grande sotto questo cielo in cui ‘Alitalia’ continua a rimanere sospesa a mezz’aria più che a volare alto come dovrebbe, per colpa di un governo la cui responsabilità politica è enorme”, conclude.