Ed ecco che ascoltando questo brano, una vera e propria ode travagliata che annovera una serie di significati profondi sulla vita e sulla morte anche quella auto inflitta.
E soprattutto su questo aspetto che si concentra la vena poetico-narrativa di De André, passai forti, importanti e che ancora oggi a distanza di tantissimi anni costituiscono un monito per scuotere le coscienze. Non potevano certo immaginare i grandi cantautori che hanno celebrato i sentimenti di una epoca ormai lontana che la società del terzo millennio avanzato potesse trovarsi sconfitta da un minuscolo virus chiamato “corona”.
Ed ecco che l’ascolto fornisce una riflessione: De Andrè in un passaggio vuole trovare una risposta che dia coraggio e reattività:
L’inferno esiste solo per chi ne ha paura.
e dunque i timori di ciò che sta accadendo sembrano volerci proiettare in un buco nero come un inferno perchè non conosciamo ancora cosà potrà attenderci. Ma questo anche ieri era così, siamo a malapena testimoni del nostro presente, custodi del passato ma non necessariamente protagonisti di un futuro che è incerto ogni mattina, ogni ora del giorno. E dunque non dobbiamo aver paura, non dobbiamo toglierci la vita seppure in una forma diversa dal suicidio spegnendo i nostri desideri, i nostri sorrisi e le nostre speranze. Il sistema di cui siamo parte non ci garantisce alcuna certezza a prescindere.
De Andrè cita che non c’è l’Inferno nel mondo del buon Dio. Ecco come nella storia riscopriamo anche un pò di quella fede che aiuta a sopportare le tragedie che inesorabilmente fanno parte della nostra vita vissuta e di ciò che arriverà.
Non provochiamoci dunque una morte prematura nel corpo e nell’anima, cogliamo l’occasione per agire, ragionare e fare i conti con una realtà che fingiamo di non conoscere. Solo così saremo in grado di affermare il dono della vita che ci è stato dato.
Invito all’ascolto: