«Noi meteorologi a volte siamo proprio dei rompiscatole. Sarà una deformazione professionale ma quasi sempre su certi avvenimenti, di grandissimo rilievo (il CORONAVIRUS, per esempio) che coinvolgono a livello globale il nostro pianeta, siamo quasi sempre mossi dalla voglia di indagare se certe variabili meteorologiche siano in grado o no di influenzare lo svolgere di certi tragici avvenimenti. Alla domanda: è possibile? Sì, è proprio possibile! Come abbiamo recentemente diffuso sui Social, la nostra tesi su un probabile coinvolgimento di certe configurazioni meteo sul propagarsi o meno dei virus, non è del tutto infondata. Come detto siamo caparbi e via all’analisi di cui sopra. Si sono prese in esame le temperature medie giornaliere dell’Italia dal 4 marzo al 20 (ved. figura sotto).
Abbiamo poi preso i dati giornalieri (dal 4 al 20 marzo), ne abbiamo calcolato il delta, ossia la variazione dei casi di un giorno rispetto al precedente e li abbiamo messi in grafica qui sotto.
Tra i due grafici c’è una correlazione altissima. Stampate i due grafici e fate scorrere in avanti di un giorno, quello delle temperature tenendo fisso quello sottostante. Vi accorgerete che combaciano quasi perfettamente. In sostanza ciò significa che la curva coronavirus segue, dopo 24 ore circa, la curva della temperatura. Insomma è la temperatura che modella l’andamento della curva dei contagiati. Se la temperatura sale la curva dei contagiati sale, se essa scende cala anche la curva dei contagiati. Perciò tra qualche giorno, visto che i modelli meteorologici prevedono un’ondata di gelo, le temperature dovrebbero scendere di molto e, si spera con ciò, che diminuisca anche il numero giornaliero dei contagiati. Auspichiamo che sia proprio così».