CIRÒ MARINA. “Vi rivolgo questa mia in quanto Organi che oggi amministrano il mio paese e che si trovano altresì a gestire un Ente in dissesto che deve affrontare anche gli effetti della emergenza sanitaria provocata dalla diffusione del Covid-19, per sollecitare un vostro segno di vita. Il 2020, per i miei concittadini, non è certo iniziato con i migliori auspici. Già dal mese di dicembre 2019 avete disposto e fatto eseguire la notifica di migliaia di avvisi, intimazioni, ingiunzioni, per recuperare alle casse comunali tributi e imposte che per anni sono rimasti nel limbo o nei cassetti di qualche ufficio, agendo Voi certamente nel pieno esercizio delle vostre funzioni e nel rispetto del mandato, seppur governativo, che vi è stato conferito. La scrivente, da avvocato e da cittadina, ha raccolto e ascoltato le innumerevoli ragioni che i destinatari di quegli atti hanno esposto per spiegare le difficoltà, i sacrifici, le rinunce che avrebbero dovuto affrontare se avessero dovuto pagare immediatamente tutte le somme che voi avete richiesto. Sono un avvocato, egregi Commissari, e nell’esercizio della mia funzione e della mia professione, ho invitato tanti cittadini a valutare la possibilità anche di opporsi alle vostre richieste che, a parer mio, non sempre e non tutte appaiono legittime. Ma di questo ne discuteremo davanti ad un Giudice. A distanza di pochi mesi, quegli stessi cittadini – come tutti i cittadini italiani – stanno vivendo, anzi subendo, gli effetti catastrofici di un invisibile nemico che confidenzialmente e con paura chiamiamo “coronavirus”. Ma a differenza dei vostri avvisi, delle vostre ingiunzioni, delle vostre intimazioni, l’invisibile nemico che pare stia circolando anche fra le nostre belle strade, da poco sistemate e pulite, con gli alberi spuntati e il trucco rifatto, spaventa a morte i miei concittadini, come spaventa me d’altronde, annullando del tutto la preoccupazione di dover pagare quei tributi. Ma la paura che ci tiene compagnia sin da quando apriamo gli occhi al mattino e ci accompagna a letto, stanchi e agitati la sera, purtroppo non cancella quegli atti, non li annulla e, anzi, come dei Super Eroi, quegli atti resistono anche alla pandemia che si è abbattuta e ha stravolto la nostra vita e, quando ritorneremo alle nostre quotidiane incombenze di un tempo non molto lontano – perché così sarà! – dovremo ritornare a fare i conti ancora con Voi. E allora la sottoscritta, che certamente non avrà suscitato la simpatia del Dr. Bonfissuto per essere stato citato in un proprio post su un social – ma, ahimè, ancora non ci hanno limitato la libertà di pensiero e di espressione – si sta chiedendo cosa farà la Commissione Straordinaria del Comune di Cirò Marina di tutti quegli atti ed avvisi notificati, considerato che dovrà governarci ancora per qualche altro mese, fino a quando i cittadini finalmente potranno ritornare ad esercitare il primo, il più importante, il più prezioso diritto costituzionale: quello del voto democratico, libero, consapevole. Più direttamente vi chiedo di farci sapere se tutti gli atti di liquidazione, di controllo, di accertamento, di riscossione e i contenziosi, che sono sospesi grazie al D.L. “Cura Italia” – nome tanto improprio quanto subdolo – dal giorno 8 marzo al 31 maggio 2020, verranno immediatamente messi in esecuzione con la ripresa della decorrenza dei termini o della acquisita definitiva esecutività? E poi vi chiedo di farci sapere cosa avete intenzione di fare con tutti quegli atti che sono divenuti definitivi e quindi esecutivi prima della data dell’8 marzo? Cosa farete, invece, per i tributi, imposte ed oneri vari che non sono sottoposti ad alcuna sospensione – vista la bugia contenuta nel D.L. Cura Italia – e che potreste già chiedere nel corso di questo anno nefasto e funesto? E le nostre attività di piccole imprese, quelle che fanno parte dell’economia del nostro paese, che si sono visti notificare le ingiunzioni per la TARI, certamente dovuta, pena la sospensione o addirittura la revoca della licenza o della autorizzazione, potranno ritornare a lavorare quando il Governo ed il Virus ci consentiranno di ricominciare a vivere o dovranno abbassare di nuovo le serrande perché, pur volendo, non hanno proprio di che pagare quest’anno le tasse per l’immondizia. Voi, dunque, ne sospenderete le licenze? Se in questi due anni di guida di un paese tanto bello quanto sfortunato come il mio, ne avete conosciuto il tessuto sociale, saprete certamente che i miei 15.000 compaesani (uno più uno meno) non sono tutti ricchi proprietari fondiari, né industriali e tantomeno facoltosi imprenditori. I miei concittadini sono per la maggior parte operai, commercianti, dipendenti pubblici e privati, liberi professionisti, piccoli imprenditori, ditte individuali, tanti agricoltori e tanti ancora produttori del nostro rinomato e mai troppo tutelato Vino Cirò. Vi sono anche tante, anzi troppe famiglie senza reddito fisso, tanti giovani disoccupati, tanti studenti fiduciosi, tanti lavoratori sommersi e senza tutele. Tanti amati e preziosi pensionati. E visto che Cirò Marina è un paese affacciato sul magnifico Ionio, da questo mare tanti amici, tanti concittadini, hanno ricavato il loro reddito, hanno creato lavoro, costruendo con sacrifici nel corso di tanti anni, stabilimenti balneari, piccoli e dignitosi lidi, importanti alberghi e poi ristoranti, trattorie e bar, pizzerie, luoghi tanto vivi durante l’estate quanto tristi nel corso dell’inverno. E infine vi sono le donne, tanto belle e preziose le donne del mio paese, quelle che si prendono cura dei propri figli, che accolgono i mariti stanchi alla fine della giornata, quelle che riescono ad apparecchiare il tavolo e coprirlo di cibo anche quando non ci sono soldi per fare la spesa, quelle che fanno la fila alla posta per il genitore anziano e malato, quelle che riescono a moltiplicare il tempo per rassettare casa, cucinare, accompagnare i figli a scuola, fare la spesa, pagare le bollette, andare dal medico o magari solo scambiare due parole con l’amica del cuore per poi ritornare a scuola a recuperare i figli e portarli a casa dove li attende il buon pasto caldo preparato al sorgere del sole, tutto nell’arco di due/tre ore!! Di questa gente è fatto il mio paese, di esseri umani che oggi vivono chiusi in casa con la paura del domani, di cui nessuno sembra essere più così certo possa essere simile al nostro ieri, certamente non uguale. A questi cittadini, che a gran voce vi hanno chiesto di dare un segno di solidarietà e di interessamento – perché questo abbiamo in realtà chiesto reclamando la sanificazione del paese! – cosa intendete dire, oggi, se decideste di voler dimostrare di essere soprattutto degli uomini, degli esseri umani, prima ancora di essere degli Organi? Cosa pensate che un paese, che si sente abbandonato dalle istituzioni, seppure non elette (ma poi che differenza c’è?), vorrebbe sentirsi dire per essere rassicurato, per avere fiducia in un prossimo futuro che appare oggi incerto e che fa paura, forse più dell’invisibile nemico che circola libero fra le nostre case? Nessuno ha chiesto denaro, nessuno ha chiesto che ci facciate la spesa e ce la portiate a casa, neppure abbiamo chiesto che ci paghiate le bollette o il mutuo, men che meno vi stiamo chiedendo di cancellare il nostro debito con il Comune! Abbiamo chiesto semplicemente di farci sentire la vostra presenza, il vostro interessamento, ci piacerebbe pensare che vi preoccupate per noi e, perché no, anche del nostro futuro, che ci siete vicini anche se non vi abbiamo eletti, rassicurandoci del fatto che non siamo soli! Non posso io indicarvi il modo, il mezzo, per farci sentire la vostra presenza e la vostra vicinanza, ma confido nella vostra sensibilità e auspico che sappiate fare scelte di buon senso nell’interesse della collettività e sempre nel rispetto della legge. Con osservanza e rispetto, una cittadina di Cirò Marina che ama la propria terra!”
Teresa Paladini