“Fino ad oggi si intendeva per paziente fragile,-continua il presidente Pimos- colui che presentava un quadro complessivo per età o patologia, tale da essere tutelato. La crisi economica del terzo millennio ha, ulteriormente, contribuito a sviluppare il termine e la condizione di Fragilità, ovvero tutti coloro che non riescono ad ottemperare a cure mediche o odontoiatriche per mancanza di redditualità. Un numero crescente che, da un lato espone a divari sociali insormontabili, dall’altro crea un black-out, dal punto di vista del contenimento delle patologie in atto, siano esse più o meno gravi”.
“Il sistema corre -dice Fordellone- verso una insostenibilitàda parte del Servizio sanitario nazionale (SSN), che tenta di fronteggiare il dilagare delle patologie.L’Europa ci pone una riflessione, ridurre il divario sociale, specie nel ricevere cure mediche e assistenza”. “L’emergenza globale COVID-continua nella nota- ha reso critici tutti quegli equilibri già precari e siamo passati in un secondo, da popoli moderatamente fragili a globalmente fragili. “Uno solo-replica Fordellone-il nemico da combattere? Assolutamente no. Il Covid è un nemico silenzioso, ma non l’unico”. “E’ giusto-aggiunge il presidente- allora pensare a PIMOS come un modello di sanità sinergico e pronto a collaborare con le Istituzioni. Non vendiamo prodotti o prestazioni, ma è bene anche sottolineare che siamo sostenitori lungimiranti di un modello importante a sostegno dei popoli”. “ Dal primo istante, abbiamo messo il cuore in quella mano tesa verso il prossimo, incalza Fordellone- ora più che mai, in attesa che l’emergenza volga al termine, siamo pronti a replicare il nostro modello”.
“Pronto, infatti, -aggiunge Fordellone- il sistema CARE, su modello PIMOS, che parte dall’attuale emergenza e, si evolve costantemente e proporzionalmente, con l’evoluzione dell’emergenza Covid.” “E’ importante crederci, la lungimiranza paga sempre” – conclude il presidente Pimos-. “Abbiamo condiviso istanti, stralci di quotidianità, interrotti da un’assenza fisica, che si è in un attimo trasformata in forza interiore, continua Fordellone-, spinta ulteriore e, soprattutto, voglia di proseguire un percorso nato in un letto d’ospedale, accanto a chi soffre. In un attimo le tenebre più oscure hanno acceso una luce infinita, la luce della speranza, quella che ci ha trasmesso chi oggi ci ha donato il privilegio di tramandarla”.