Roma- Comunicato congiunto il prof. Filippo Fordellone segretario nazionale UNIFAD Sanità, il dott. Domenico Mazzacuva consigliere provinciale/regionale SUMAI, il prof. Giuseppe Badia UILmedici,la dott.ssa Adele Milone dirigente medico ASL Brindisi, la dott.ssa Raffaella Santacroce libero professionista, il dott.. Marco Gradi libero professionista, il dott. Gianfranco Sorgente presidente SIDI, Fulvia Magenga segretario generale SIASO, Fabio Fiorini odontotecnico e Roberto Farina referente forniture odontoiatriche LDA, scrivono al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e al Ministro della salute Roberto Speranza.
Nella missiva si chiede con urgenza una rivalutazione dei provvedimenti attuati e, al tempo stesso, una celere rivisitazione per gli operatori sanitari destinati ormai a crollare. Insomma, l’odontoiatria è divenuta il fanalino di coda.
“L’odontoiatria non è altro che una scienza medica come tante- scrivono i professionisti di categoria- resta sicuramente un indotto produttivo della nostra nazione, attorno a cui ruotano ruoli, economia e molto altro. Di cui, un particolare, niente affatto trascurabile è la salute orale dei cittadini, ed i coinvolgimenti che essa assume in correlazione ad altri distretti”.
“Chiediamo, a gran voce, si legge nella nota- di considerare, in fretta, anche la nostra posizione di professionisti della salute, nonché quella legata al nostro personale: Igienisti Dentali, Assistenti alla Poltrona, Fornitori, Odontotecnici”. “Non lasciamo morire- continuano ancora i professionisti di categoria- una professione già ferita gravemente, da tutto ciò che ben conosciamo: “Crisi economica del terzo millennio e conseguente rinuncia alle cure odontoiatriche, turismo sanitario, franchising odontoiatrici, insomma una serie di problematiche che hanno già pesantemente leso il mercato dei singoli professionisti”.
“Aiutateci- chiedono a gran voce i professionisti- a riequilibrare il rapporto medico-paziente, basato su uno sguardo ed una stretta di mano, a sostenere ed a mantenere in vita le nostre piccole realtà e quelle di tutti coloro che vi ruotano intorno, ma soprattutto –si legge ancora nella nota- aiutateci a non far chiudere definitivamente i nostri ambulatori e a non vanificare, in un solo istante, anni di sacrifici”.
“Insomma- concludono- ci si auspica al più presto, una rivalutazione dei provvedimenti”.