«Il 10 marzo 2018, dopo una settimana di evangelizzazione e preghiera inauguriamo la struttura di accoglienza chiamandola “Alle Querce di Mamre” – nome familiare alla Bibbia e come in quel luogo Abramo fa l’esperienza di sentire accanto a sé la presenza di Dio, così anche noi vorremmo far vivere la stessa esperienza ai nostri ospiti – e iniziamo l’avventura dell’ospitalità. Si presentano subito diverse situazioni più grandi e gravi di quelle previste e così iniziamo ad organizzarci e a darci una struttura per vivere meglio il servizio di accoglienza coinvolgendo alcuni professionisti. Le richieste di accoglienza che bussano alla porta aumentano sempre di più, le esigenze sono tante e gli spazi in Parrocchia sono insufficienti. Si prospettano incontri protetti tra genitori e figli, occorrono spazi più riservati per i colloqui con gli ospiti e con le persone che vengono per parlare e per un consiglio e la costante necessità di rapporti con gli avvocati, i Servizi Sociali e gli Enti ci spingono a darci una struttura più organizzata.
L’uomo ha bisogno di casa, di lavoro, di istruzione e di cure mediche… ma non gli basta. L’uomo ha bisogno di amare e di sentirsi amato in mezzo agli uomini, ma, in fondo, non gli basta neppure questo. Più passa il tempo e più ci rendiamo conto che l’uomo ha bisogno di Dio perché è figlio di Dio. Ecco perché la prima caratteristica dei soci fondatori dell’Associazione, è un forte spirito di preghiera. L’accoglienza è solo la conseguenza logica del nostro stare assieme e della nostra scelta di vita.
“Restituzione” diventa per noi condividere tempo, professionalità, cultura, beni materiali e spirituali con i più poveri, per il loro sviluppo e la loro dignità; aiutare l’uomo che si accosta alla nostra Associazione a scoprire i propri talenti; concepire la vita come dono e valore assoluto in ogni suo momento e in ogni suo modo di esprimersi; valorizzare ogni capacità umana, pur umile che sia, e trovare nei momenti deboli della vita, come il tempo della sofferenza, il valore del dono.
Nell’estate del 2019, su richiesta di alcuni avvocati, diamo la disponibilità ad iniziare una progettualità con il sistema carcerario; si tratta di elaborare un progetto di reinserimento dopo la detenzione. Dopo mesi di lavoro e di visite dei responsabili preposti alle nostre strutture, a settembre 2019 il progetto prende il via con l’ingresso di un giovane con il fine pena anticipato. A lui seguono altri due giovani agli arresti domiciliari e tante altre sono le richieste. Anche questa esperienza – che per noi è molto impegnativa – segna una svolta ulteriore alla nostra piccola opera di accoglienza.
La Comunità sta crescendo e questa famiglia diventa sempre più un segno di come il Vangelo si incarni nella realtà odierna, offrendo sostegno a tanti uomini in difficoltà. Per dare un più forte senso di famiglia abbiamo alcuni momenti di condivisione giornaliera come la colazione, il pranzo, la merenda, la celebrazione della Liturgia della Parola o la Messa e la cena. A questo vanno aggiunti i momenti di festa per i compleanni e le domeniche con alcune uscite comunitarie».